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SPELLBOOK: Magick & Mischief

data

03/11/2020
65


Genere: Hard Rock, Occult Rock
Etichetta: Cruz Del Sur Music
Distro:
Anno: 2020

Attraverso una spessa cortina di fumo d'incenso, in un rituale esoterico pregno di magia e misticismo risuonano le note di questa ultima fatica del combo americano nato dalle ceneri dei Witch Hazel. Passati attraverso un turbinio di cambi di line-up i nostri dimostrano di non aver perso la loro devozione nei confronti delle sonorità più "vintage" del rock. Questo 'Magick & Mischief' che rappresenta un esordio per la formazione sotto questo moniker, è un concentrato di hard rock primigenio che strizza l'occhio soprattutto al filone occult rock tanto in voga nei primi anni settanta. Il quartetto dimostra di saper mescolare con maestria, come solo un abile alchimista sa fare, l'hard rock all'heavy metal più classico. "Wands To The Sky" apre le danze in modo molto diretto, brano tirato di puro hard rock che ricorda nelle intenzioni e grazie anche ad un innesto di organo Hammond, le composizioni dei Deep Purple. Ma sicuramente le influenze più marcate sono quelle dei Pentagram e ancora di più dei Black Sabbath che campeggiano in molti dei riff della band, seppur interpretati in chiave personale come in "Black Shadow" con un riff d'apertura che pare uscito dalla Gibson di Sir. Tony Iommi o nella lenta e "proto-doom" "Not Long for This World". "Motorcade" prosegue sulla scia dei brani precedenti ed è come sentire una versione più "heavy" dei Black Sabbath nella quale le chitarre intessono armonizzazioni in piena tradizione NWOBHM. Ma sicuramente il brano più curioso e apparentemente avulso dal contesto del disco (ma non è assolutamente una nota di demerito, anzi) capace di suscitare interesse e suggestione è "Dead Detectives". Il brano non è facilmente inquadrabile in un genere e sicuramente non rispetta i canoni dell'hard rock ma si presenta come una "suite noir" di undici minuti nella quale trovano spazio gli arrangiamenti jazzanti da fumoso night club che si intervallano a cavalcate chitarristiche in stile heavy metal di matrice britannica, sicuramente il pezzo più interessante e originale del platter. Un disco tutto sommato piacevole, ben prodotto nei suoi suoni fedelmente vintage e "credibili" ma che come accade per molte produzioni di tal genere può risultare un po' troppo derivativo e citazionista.

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