RUXT: Back To The Origins
data
08/04/2019Un combo all'insegna della prolificità quello messo in essere da questi musicisti liguri, 'Back To The Origin', titolo più che mai emblematico (e dedicato alle vittime della tragedia del ponte Morandi), è il loro terzo lavoro dal 2016 prodotto nello studio del noto bassista Steve Vawamas (Mastercastle) in cui i ragazzi danno vita ad un ispiratissimo e nerboruto hard rock che si integra con l'heavy metal classico, con un approccio vocale da parte di Matt Bernardi molto vicino a gente del calibro di Rick Altzi e ancor di più Jorn Lande. I progressi rispetto ai pur validissimi dischi precedenti sono sotto le orecchie di tutti, subito evidenziati con la ruspante "Here And Now"; la successiva "I'll Find A Way è aggraziata da un sottile squisito tocco southern, mentre in "All You Got" le due asce maramaldeggiano in un heavy metal sullo stile dei Dio e "Be What You Are" fa di tutto per rendersi trascinante, riuscendoci in pieno. Anche nella seconda parte del cd si trovano pezzi di altissima levatura; oltre alla ballad di ordinanza ricca di pathos si segnala alla grande "Come Back To Life", hard blues che ricorda alcune cose sia dei Burning Rain del mastermind Dough Aldrich, sia ovviamente dei Whitesnake, mentre "Tonite We Dine In Hell" e la conclusiva "Back To The Origins" sono le due bordate tritaossa stracolme di potenza ed energia esaltate da una performance vocale pressochè perfetta ed una produzione veramente chirurgica. Per i cultori delle sonorità classiche questo è un must have realizzato da cavalli di razza e una volta tanto non c'è necessità di recarsi oltre confine per scovare musicisti talentuosi.
Commenti