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ROME IN MONCHROME: Away From Light

data

26/03/2018
75


Genere: Shoegaze, Slowcore, Post-rock
Etichetta: Solitude Production
Distro:
Anno: 2018

Se siete dei soggetti poco avvezzi alla solitudine, a guardare in faccia le vostre debolezze ed i vostri casini mentali, 'Away From Light' non è decisamente il vostro album. Qui siamo davanti ad un messaggio, e ad un insieme di sensazioni così chiare da far paura. I Rome in Monochrome, con il loro full-lenght di debutto, ci presentano un mondo in bianco e nero, uggioso e buio, all’interno del quale però si riescono a trovare tante sfumature che vanno dalla rabbia, alla tristezza, alla paura, fino anche ad una pacifica rassegnazione e tranquillità interiore. Le chitarre di Reggi e Lucarini, insieme ai violini di Paparella, riescono a creare un mood sofisticato e di grande ambientazione all’interno del quale la voce di Granieri trova una sua dimensione specifica che inquadra e rappresenta perfettamente la malinconia del genere proposto. Il disco è omogeneo e porta con sé il ricordo delle sonorità degli Alcest, Hurt, God is an Astronaut. Una particolare voce in capitolo deve averla senza dubbio il loro singolo “Paranoia Pitch Black”, di grande intensità emotiva. Ma spezzo una lancia anche a favore di “Uterus Atlantis”, tra le mie preferite. Siamo dentro ad una dimensione introspettiva descritta dagli stessi come desolante per le anime che vi si interfacciano. A mio parere il disco funziona nel momento in cui manda in subbuglio la pancia e affanna il respiro, ed è esattamente la sensazione che riesce a creare 'Away From Light'. Si scappa veramente dalla luce e si rimane al buio con sé stessi. Come poi per ribadire solennemente il concetto, l’album termina con “Only The Cold”, un doom a bassissimi BPM, tirato indietro, che toglie il respiro, lasciandoci annegare nel mare di questo vuoto interiore che ognuno di noi cerca quotidianamente, forse invano, di riempire. Una piccola nota di demerito, seppur si tratti di un giudizio soggettivo, la devo dare alle voci in growl e screaming, aspettandomele un po’ meno soffocate dagli effetti, e più squillanti e presenti proprio per il grande ruolo che in questi brani hanno e devono avere. Ottima la produzione e l’equilibrio tra tutte le parti, molto valide le dinamiche, ben strutturate e di grande effetto. Per tutto il resto solo note positive per questo bell’inizio.

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