RIVERDOGS: Riverdogs
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20/04/2015Dopo l’esplosione testosteroide di metà anni ’80 presero piede, verso l’inizio del nuovo decennio, band interessate a rispolverare le origini blues del suono rock. Badlands, del grande Ray Gillen (rip), Tattoo Rodeo, Little Caesar, The Four Horsemen e Tangier hanno pubblicato ottimi, bellissimi, album di hard rock irrorati di blues rileggendo, a seconda dei casi, le lezioni impartite dai ZZ Top, Free, Bad Company, Whitesnake (prima maniera) e Led Zeppelin. I Riverdogs fecero parte di questa squadra, spolverando le composizioni, già di per sé prodotte con un suono crudo e privo di orpelli, ed anche abbastanza anonimo, con una forte anima intinta di blues e soul, interpretate con trasporto e passione da Rob Lamothe: vocalist che molto ha preso dai due pilastri del rock inglese Rodgers e Coverdale. La bellezza di ‘Riverdgos’ è rappresentata dai brani, semplici nella struttura, essenziali negli arrangiamenti, ma che sanno arrivare all’ascoltatore in poche battute, trascinati dal timbro pastoso e caldo di Lamothe ma, soprattutto dalla chitarra di Vivian Campbell: ai tempi appena defenestrato dai Whitesnake ed in procinto di accasarsi con i leopardi di Sheffield. Grazie alla ristampa Rock Candy, ‘Riverdogs’ beneficia di nuova vita, con un suono in alta qualità, meglio definito e corposo, come erano nelle intenzioni del gruppo americano. Inoltre possiamo apprezzare l’ascolto di un secondo dischetto, che cattura i nostri durante i giri promozionali presso le stazioni radiofoniche in versione acustica, per la stesura di tutto l’album al completo, con l’aggiunta della traccia inedita "Pennsylvania".
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