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OSI: OFFICE OF STRATEGIC INFLUENCE

data

18/03/2003
95


Genere: Prog Rock
Etichetta: InsideOut / SPV
Anno: 2003

Fate così: prendete la crema della scena hard progressiva, mescolatela un pò e dopo sbattete il risultato nel vostro lettore CD. Non sempre il risultato è ottimale, perchè così come degli ingredienti ottimi molto spesso si gustano meglio da soli, anche nella musica gli originali fanno di solito meglio dei progetti incrociati. A questa legge, forse, fanno eccezione i Liquid Tension Experiment o i Transatlantic, anche se con le band da cui prendono in prestito i membri, alla fine non hanno molto a che vedere (o quasi!). Il caso di questi OSI è una piacevolissima sorpresa, perchè la musica che son riusciti a produrre, secondo me, è sicuramente migliore dei vari Dream Theater, Fates Warning e Chroma Key (non inserisco i Cynic, per motivi di devozione verso quest'ultima band). Per quanti ignorassero i nomi che compongono questo side-project, ecco a voi la suddetta crema: J.Matheos (Fates Warning), K.Moore (Chroma Key, Dream Theater), M.Portnoy (Dream Theater, Transatlantic, Liquid Tension Experiment), S.Malone (Cynic, Gordian Knot, Aghora) e l'ospite illustre, S.Wilson (Porcupine Tree, Ayreon). A questa lista di mostri si è sottratto all'ultimo momento il singer Daniel Gildenlöw (Pain Of Salvation). Come si diceva prima, la miscela che gli OSI ci propongono è un qualcosa di veramente esplosivo e moderno. Si tratta di musica molto intimista ma allo stesso tempo potente ed avvolgente. L'inizio del CD è un pò fuorviante poichè l'intro è molto Dream Theater-oriented, ma ben presto si capisce che il "teatro dei sogni" ben poco c'entra con questo dischetto. Proprio l'ex DT Kevin Moore ha voluto questo progetto e nelle sue intenzioni c'era appunto la volontà di incontrare sonorità diverse, ricercate ma dirette, rispetto a quanto proposto dai suoi Chroma Key. Brani quali "OSI", "Horseshoes And B-52's", "Head", ci offrono un sound psichedelico, corposo e potente, e ricordano tanto i migliori Pink Floyd ed i King Crimson. Di gran spessore anche le songs più tranquille, sognanti, tristi e darkeggianti ("When You're Ready", "Memory Daydreams Lapses", "Standby") dove la musica dipinge dei fondali da sogno/incubo e non si può fare a meno di intraprendere un viaggio ad occhi aperti verso angoli della memoria con flash di rara bellezza. Di quest'ultimo filone fa parte anche la stupenda "Hello, Helicopter!", song raffinata che ricorda gli Alice In Chains più intimisti ed acustici. La chitarra classica tratteggia la storia musicale della canzone conferendo al tutto un sapore triste e malinconico. Steven Wilson dei Porcupine Tree presta la sua opera nella sola "shutDOWN", unico pezzo lungo del dischetto "base". La differenza con il resto dei pezzi di "OSI" si sente, poichè in questo brano si affacciano sonorità lugubri con chitarre che rasentano il doom. Si tratta di una canzone ossessiva, ipnotica; verso la metà si ha una impennata ritmica, un'accelerata ed alla fine ci si accorge di aver ascoltato una suite psichedelico-acida. Bella e particolare. Chi dovesse avere la fortuna e l'interesse di acquistare l'edizione limitata, si troverà di fronte ad una mezzora aggiuntiva di musica suddivisa in modo non equo su 3 ulteriori brani. Data la lunga durata di due dei tre brani presenti, la musica risente dei classici stilemi del prog classico, ossia complesse fasi articolate che disegnano intricati passaggi emotivi. Il tema di fondo è comunque sempre lo stesso: una classe raffinata, tante situazioni che rimbalzano da atmosfere intimiste a sfuriate aggressive con denominatore comune un progressismo psichedelico mai fine a se stesso. Due ulteriori elementi sono da considerare, poi, nell'arduo compito di descrivere a parole questo disco: il primo elemento è legato alla completa assenza di qualsiasi virtuosismo freddo e calcolato. I musicisti coinvolti in questo progetto non devono dimostrare la loro classe e bravura...queste caratteristiche emergono naturalmente (provate a sentire il basso stick di Malone, da brivido). Tutti i performer, infatti, eseguono a dovere il loro compito di amalgamare il proprio strumento con gli altri, al fine di creare un insieme perfetto. L'altro elemento di cui non si è parlato nella descrizione delle singole canzoni è quello relativo all'aspetto distintivo di questo disco rispetto a tutti gli altri. L'elemento di modernità è, secondo me, quel gusto elettronico che Moore dona a tutte le composizioni. Tutti i brani sono, infatti, infarciti di effetti elettronici, loops, programming, filtri e via dicendo. Tutto questo dona quel tocco di bellezza in più al disco, rendendolo maggiormente appetibile ed attuale. Una chicca in più sono il videoclip molto bello di un brano del disco e, nel bonus CD, una serie di 5 filmati documentario realizzati in studio di registrazione durante le fasi di creazione di "O.S.I". Che dire, quanto qui scritto non rende giusto omaggio ad un disco bellissimo che deve solo essere ascoltato! NOTA: "O.S.I" non prende il massimo dei voti perchè mi sarebbe piaciuto vedere all'opera Daniel Gildenlöw al cantato. La soluzione Kevin Moore alla voce non dispiace, ma la perfezione è la perfezione!

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