ONE DESIRE: Midnight Empire
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21/05/2020Li aspettavamo al varco i One Desire dopo il clamoroso successo del debut. Saranno stati in grado di eguagliare o superare il bellissimo debut? Analizziamo questo 'Midnight Empire'. Ci troviamo di fronte a dieci pezzi tutti confezionati egregiamente, dove la parte del leone la fa sicuramente il “tocco” chitarrista di Jimmy Westerlund, un devoto di Neil Schon (i suoni ricercati si sentono molto come il suo guru), notiamo però subito una certa lunghezza delle canzoni, con a parere di scrive troppi intro e troppi dilungamenti sparsi. Sicuramente se accorciavano la durata dei pezzi sarebbe stato molto meglio. Buona l’apertura con "Shadowman" (anche se Hurt era di un altro pianeta), e ottimo il primo singolo “After You’re Gone”(chorus da cantare a squarciagola in sede live). Buono anche il ritornello del terzo pezzo (un po’ meno la strofa), ottima "Godsent Extasy" con i ritmi leggermente piu’ pesanti del solito, mentre mediocre la prima ballad che chiue la prima parte dell’album che ci e’ piaciuto, ma non entusiasmato come il debut. "Heroes" parte con l’ennesima intro, ma il pezzo tiene bene e sfocia in bel ritornello (ci siamo!). Finalmente la power-ballad degna di nota: "Rio" rappresenta l'apice di questo album, pezzo stratosferico, ottima la performance dietro il microfono di Andre’ Linman, ritornello da lacrime assolute. Che pezzo! Ci avviciniamo verso il finale del disco, gli ultimi brani non sono memorabili, specialmente la chiusura con l’ultima canzone piano-voce non regala molto a livello emotivo. Conclusioni: i pezzi belli sono veramente belli, solo che parliamo di disco altalenante con alcune canzoni troppo lunghe e alcuni filler evidenti. Sicuramente avrebbero potuto fare di piu’ in quanto questi ragazzi hanno delle potenzialita’ enormi.
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