NOHAYBANDA: Nohaybanda
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03/06/2018I Nohaybanda non sono una formazione, ma una cooperativa. Basti pensare alle etichette che si son dovute coalizzare (Mega Sound Records, Stirpe999, Offset, Dischi Bervisti, En veux-tu? En v’là) per dar luce all’ultimo lavoro, a tutti gli ospiti che nell’arco della loro carriera hanno prestato opera al duo romano (tra i quali l’ormai onnipresente Massimo Pupillo degli ZU), e le band con cui il combo ha collaborato: Zu, Brutopop, Assalti Frontali, Ardecore, Inferno, tra le altre, o quelle con cui militano tuttora: Germanotta Youth. Caratteristica peculiare della band è vantare nelle proprie fila uno dei pochi musicisti al mondo capaci di suonare due strumenti contemporaneamente, parliamo di Fabio Recchia (basso/chitarra e synth); a memoria d’uomo ci vengono in mente Tommy Talamanca dei Sadist e Matt Bellamy dei Muse. Veniamo alla musica; un mix trasversale di elettronica, math rock, jazz, noise e no wave, che mette in risalto la loro visione del mondo al giorno d’oggi, perciò risulta essere complessa e minimale allo stesso tempo; controtempi e strutture ora liquide - "BLD" - ora sincopate che si sovrappongono, switchano, si intralciano, si districano, si spezzano e si prendono a braccetto, decollano verso lo spazio - "WCK" - e poi fanno immancabilmente ritorno sulla terra; “SS1” ci ha ricordato una della band più sottovalutate e più seminali del panorama noise jazz, i francesi Prohibition. Non pensate di ascoltarli così a cuor leggero, o a mente libera mentre fate altro perché sono un esperienza spiazzante, impegnativa e talvolta urticante.
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