MONKEY RANCH: Alone
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17/04/2018I Monkey Ranch sono al primo disco, ‘Alone’, da poco uscito, anche se la band esiste dal 2012. La band recupera un po’ di grunge anni ’90, con qualche strizzatina d’occhio all’epoca d’oro dei Settanta (“Without Chains”). La traccia d’apertura, The Butcher, ricorda infatti i Soundgarden o i primi Audioslave. “Danny Boy” è un vecchio hard rock blues, mentre “Freedom” ricorda gli Alice In Chains. Al di là del fatto che si tratta di un buon disco, anche ben prodotto, il problema fondamentale è se abbia ancora senso nel 2018 recuperare sonorità che oggi suonano vecchie, se non si cerca almeno di rinfrescarle e aggiornarle in qualche modo; e mi riferisco alle sezioni ritmiche, alle strutture dei brani e agli assoli di chitarra. I brani migliori sono quelli che più ricordano i Soundgarden, sarà perché i Soundgarden sono uno di quei gruppi che superano le barriere del tempo. Almeno un paio di brani si discostano dal clima generale: “Picture of You” rappresenta una puntatina nel punk americano e la conclusiva “This One”. Questo brano è una lunga suite con esercizi di stile, wah wah a manetta e un’ aria psichedelica che lo rende un po’ più fresco rispetto ad altri brani; semistrumentale e con ripetuti stop and go. Insomma, quasi tutto il disco è un po’ retrò, ma nel senso deteriore del termine.
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