MARX, RICHARD: Stories to Tell
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03/12/2010Un eroe del rock melodico che raramente si è sputtanato con lo scendere a compromessi per vendere e cadere su canzonette popolari od operistiche (leggasi Michael Bolton). Ovvio che il non distaccarsi dal genere d'origine gli è costato in popolarità, si è rifatti altresì con produzioni di altri artisti (Emerson Drive, Keith Urban) oppure scivendo pezzi per altri (N'sync, Daughtry). Questo 'Stories To Tell' altro non è che una sorta di Greatest Hits proposto in acustico con l'aggiunta di qualche inedito. Recentemente Richard ha girato l'Europa con spettacoli in teatri accompagnato solamente dalla sua voce e dalla sua chitarra, oppure dal pianoforte: il risultato è stato esaltante, eccezionale, per nulla noioso anche se il rischio era enorme. In pratica questo prodotto rispecchia in studio lo spettacolo di cui sopra, abbiamo tutti i suoi successi, da “Now And Forever“ a “Right Here Waiting“, da "Hazard" a "Should've Known Better". Ovvio che la sua voce è da apprezzare in ogni sfumatura e colore che, maturando, si e' fatta ancora migliore dei tempi che furono; è un disco che paradossalmente non stufa, anzi, si lascia scorrere pacioso e armonioso. Nella parte degli inediti si abbandonano le chitarre acustiche e ci vengono regalate chicche come “Had Enough“ scritta da Daughtry, Marx e Chad Kroeger dei Nickelback, oppure la sua personale versione di “This I Promise You“ originariamente scritta per gli N'Sync. Grandiosa come viene proposta “You Never Take Me Dancin'“ , in origine donata da Richard a Travis Tritt. Si termina con un uno-due composto da "The Best Of Me" (composta per Cliff Williams), ed "Everybody" riservata fino ad oggi a Keith Urban. Unica pecca forse è l'assenza di "Edge Of A Broken Heart" delle Vixen, mai comparsa su disco, speriamo sarà per la prossima volta. Insomma, uno splendido prodotto, sapientemente diviso in due parti in modo da sanare l'appetito dei suoi ammiratori, oppure per proporsi a chi non lo conosce ancora appieno, e già di per sè è un delitto.
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