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MANOWAR: Battle Hymns MMXI

data

13/12/2010
40


Genere: Heavy Metal
Etichetta: Magic Circle Music
Distro:
Anno: 2010

Quando una band che ha fatto la storia dell'Hard Rock o dell'Heavy Metal si autotributa, si piega ad effettuare tour unicamente suonando un unico album, ri-registra o i propri cavalli di battaglia, oppure un interno album, vuol dire che è proprio alle cozze. Nel 1982 la piccola Liberty Records concede una possibilità a questa nuova creatura che si professa fautrice e portabandiera dell'Epic Metal. Nasce Battle Hymns. "Metal Daze", "Manowar", "Dark Avenger" e la stessa title track hanno fatto parte per decenni della loro set list dal vivo. La produzione, allora curata da Bob Currie, risulta ancora oggi molto chiara e precisa per l'epoca, i suoni di batteria naturalmente sono obsoleti, ma non tragicamente retrò come molti altri prodotti di quel decennio. Già dal primo disco Sir Orson Welles presta la sua suadente voce nella parte narrata di "Dark Avanger", mentre "Metal Daze" è un inno all'heavy metal, molto commerciale il ritornello, un primo approccio di quel che i quattro nerboruti newyorkesi ci proporranno a fine decennio (leggasi 'Fighting The World', etc.); "Manowar" era il brano di apertura dei concerti, veloce e classico da "ingresso" incazzato sul palco che si rispetti. Più sulla NWOBHM brani come "Death Tone", oppure "Fast Taker", cadenzato e cattivo il primo, veloce e potente il secondo. "William's Tale" è un solo di basso in omaggio a Rossini da parte di Joey De Maio, ed il suo basso a otto corde, rigorosamente a plettro, rigorosamente quasi ridicolo, ma apprezzabile nel 1982. "Battle Hymn" è un vero e proprio inno dell'epic, grandiosa nell'intro di basso (qui veramente azzeccato), enorme prova di Eric Adams, durante lo svolgimento viene voglia di roteare spadoni medioevali sopra la testa inneggiando a "Victory", "Kill", come il buon Eric ci sprona ad urlare. Grandissimo prodotto di una band all'esordio, convinta dei perizoma in pelle o pelosi, che sgauina spade e ci fa venire voglia di combattere contro il maligno, invasore della terra d'Albione! Quindi perchè diavolo registrare nuovamente questo disco? Non è un anniversario, l'originale suona ancora quasi fresco, non è per ridare il benvenuto al batterista dell'epoca che qui ha risuonato l'unico disco della sua carriera a cui aveva preso parte (se si esclude l'ep dello scorso anno Thunder in the Sky), quindi perchè? Ok, Orson Welles è scomparso oramai 25 anni fa ed in questo 'Battle Hymns MMXI' è stato degnamente sostituito da Christopher Lee, però ragazzi i brani sono almeno abbassati di un tono rispetto all'originale, Eric Adams oltre a non essere più quello di una volta non riesce a raggiungere molto note alte aiutandosi urlando di gola, quindi chi perde in questo progetto del simpaticone e volpone che è Di Maio è proprio lui stesso. Karl Logan non soprende nessuno, è bravo e qui svolge bene il suo compito cercando di non clonare Ross The Boss; Donnie Hamzik riesce a fornire una buona prova se si considera la lunga inattività. Ovviamente ottimi sono i suoni e la produzione rispetto all'originale. Difficile dare un giudizio a quest'opera, straordinaria l'originale, inutile questa. I due live dell'epoca sono dei bei regali, la copertina ha unicamente i colori differenti rispetto a quella dell'82, ma il segno indelebile della mancanza di idee e di progetti incomincia a diventare davvero preoccupante per Joey & Soci.

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