MACBETH [DE]: Wiedergaenger
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04/11/2012Ci sono band delle quali molti non hanno mai sentito parlare in precedenza come i qui presenti Macbeth, ma che esistono da tempo immemore (dal 1985, per la precisione) e che purtroppo, a causa di strani e spiacevoli giochi del destino (su tutti, la tragica scomparsa di ben due membri fondatori), non sono mai riuscite ad emergere dall'anonimato, pur avendo tutte le carte in regola per farlo. Sotto quest'ottica va oggi quindi inquadrato 'Wiedergaenger', terzo opus discografico del combo di Erfurt in sei anni dal loro ritorno sulle scene: un disco compatto, aggressivo, arcigno e che reclama la propria posizione nell'odierno panorama metallico a suon di classico heavy priest-iano, con inflessioni ora power, ora thrash dall'alto tasso adrenalinico. La partenza è delle migliori in quanto l'opener "Kamikaze" mette subito in chiaro le cose con una abbondante dose di arcigno e ruvido power che più crucco non si può, seguita poi da una manciata di brani davvero degni di nota, tra i quali spiccano la più classica "Fritz H.", dal riff dannatamente groovy e coinvolgente, "Gladiator" (che se fosse uscita dal songbook degli Amon Amarth ora staremmo parlando di capolavoro), l'autocelebrativa "Macbeth", estremamente godibile ed ispirata e la trilogia "Stalingrad", vero punto di forza dell'intero disco che condensa al suo interno tutto quanto possa essere utile alla definizione della nostra musica preferita. In buona sostanza, quindi, abbiamo a che fare con un lavoro roccioso e coinvolgente, sostenuto da una produzione grassa e potente ed impreziosito da un cantato esclusivamente in lingua madre che, se all'inizio può apparire ostico, alla lunga si rivela essere uno dei punti di forza e distinzione di un act che aspira con grande convinzione (e cognizione) ad emergere dalle torbide acque dell'underground.
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