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LENG TCH'E: THE PROCESS OF ELIMINATION

data

11/07/2005
80


Genere: Razorgrind
Etichetta: Relapse Records
Anno: 2005

Buone nuove per tutti gli amanti dell' "Hammering Razorgrind": i Leng Tch'e tornano con un disco che non fa rimpiangere minimamente i due full precedenti, e se poi aggiungiamo che "The Process Of Elimination" segue la scia di "ManMadePredator" credo proprio che ognuno si debba sentire in diritto di scendere in piazza ad inscenare la danza con la morosega modello "Non aprite quella porta" senza nessuna conseguenza di carattere legale Formatosi dalle ceneri dei purtroppo da molti snobbati Anal Torture (accattatevi "Shit Pifter" se non lo avete) il gruppo, che prende il nome da un'antica tortura cinese che consiste nel drogare la vittima per poi infliggergli migliaia di tagli ed escoriazioni, ha realizzato due full-length usciti, assieme a uno split con i Black Ops, per The Spew, etichetta bresciana che si sta muovendo con cognizione di causa nell'affolatissimo underground estremo, lo dimostra il fatto che Relapse si sia interessata ad un gruppo uscito per un'etichetta italiana, avvenimento che capita ogni morte del papa (ops...) e che ricorda il caso dei Cephalic Carnage, svezzati dalla Headfucker per poi approdare nel roster della label statunitense. E' singolare come l'unico membro superstite dal 2000, data di formazione del gruppo, sia il drummer Sven e come i continui cambi di line up non abbiano per nulla mutato il risultato: che è stato sempre e comunque sopra la media delle uscite del genere. Il nuovo singer Boris (Suppository) che va a sostituire Sven (già con gli Aborted) è dotato di linee vocali più duttili che ben si legano al "Razorgrind" dei belgi più di quanto non lo fossero quelle del comuqnue ottimo Sven. Sembra che il gruppo sia riuscito a trovare una vera e propria identità, dove un songwriting già di per se dinamico e carico di groove viene arrichito dalle influenze stoner e rock che già trovavamo in "ManMadePredator". Immaginatevi quindi di miscelare la violenza del grind di Regurgitate, Pig destroyer e Nasum (R.I.P.) con stacchi hardcore e partiture tipicamente stoner che in alcuni momenti ricorda molto da vicino l'amalgama sonoro degli australiani Blood Duster e il death 'n' roll degli Entombed, un esempio su tutti "PIMP" (tra i pezzi più riusciti del lotto), settantiano fino al midollo e che presenta una parte psichedelica centrale di assoluto interesse. L'humor che da sempre contraddistingue la band è ovviamente presente a vagonate, basti pensare a "The Fist Of The Leng Tch'e" che si apre con una micidiale razione di pugni direttamente dalla scuola di Hokuto, o a "Overkill Bill", "Motorgrinding", "Another Hit Single", "Testosterone Collar"... mi fermo qui, credo che possa bastare. I Leng Tch'e sono riusciuti a rendere ancora più personale la loro proposta, eliminando tra l'altro i movie samples che oramai usano un po' tutti (spesso a sproposito), e dimostrano ancora una volta di essere una delle band di punta dell'attuale panorama grind internazionale; grazie alla distribuzione capillare della Relapse sono sicuro che faranno proseliti ovunque.

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