L.A.C.K.: The Fragile (Soundtrack for the Tormented)
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31/12/2015Sono veramente lieto che i nostrani L.A.C.K. m'abbiano consigliato d'ascoltare il loro 'The Fragile (Soundtrack for the Tormented)' in questo tormentato inverno. Invece del solito disco doom metal ho avuto modo d'allietare le mie serate in modo 'alternativo', straziandomi l'anima con le urla d'agonia emanate da questa gemma. Non me ne si dia colpa se non sono molto aggiornato sulla scena nera più depressiva, però cavolo devo dirlo... il dolore qui si sente, ed è intenso. Non il solito clone dei Silencer, come del resto mi sono abituato tipo non un urlo qui, un riff lento lì, poi accelero e ti faccio venire i brividi come se passassi le unghie su una lavagna là; che palle. Un progetto più abbondante di quello che avevo previsto. Eccezionale la prova della chitarra, che è chiaro deve molto al post-blackgaze più d'ogni altro genere si possa citare, cosa che chiunque può notare sopratutto nel fantastico pezzo "Your Reflection", che vede una voce femminile, quella di Kjiel (Eyelessight,Angor Animi,Freitodt,Sacrimoon,Black Whispers…), straziarsi per la perdita d'una persona amata; una cosa romantica. La voce del signor Acheron è un'agonia straziante che lacera ogni singola fibra della mia stessa gola mentre il sangue bollente cola sui pantaloni, bagnandoli fino a rendere il tessuto umidiccio. L'odore ferroso della linfa vitale sale fin sotto le narici provocandomi un senso di nausea, che mi tiene sveglio mentre l'anemia tenta inesorabile di chiudermi le palpebre per sempre. Se oggi devo morire, voglio farlo affogando nel mio sangue, ascoltando questo disco. Nessuna paura, non ne sarei mai capace; sono emofobico. Per quanto questo cammino possa sembrare doloroso, è il risultato finale quello che conta. Il premio non è solo conseguire il traguardo dell'aver ascoltato un disco, ma l'esser stati capace d'assimilare l' allusione nascosta dietro ogni urlo. Si fa presto a dire che il depressive black metal è un genere per gente depressa che ha solo voglia di farla finita, ma invece ti dico che più la musica si fa' ostile, mettendo in luce le parti più scure dell'animo umano, più questi si rende un inno alla vera vita, uno sfogo indispensabile per rigurgitare quel nero catrame che c'ingurgitiamo giorno dopo giorno odiando il prossimo. La vita è dolore, la musica è vita, quindi scusami se dico che la musica deve essere anche dolore.
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