KARDIA: NO
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29/04/2013Ascoltando questo lavoro dei Kardia l'errore più facile che si potrà commettere sarà quello di definirlo commerciale, stante la sua anima smaccatamente pop di derivazione Television e Xtc come risulta in "Shooting Stars" ed "Etica". Chi scrive ha commesso lo stesso errore, tanto che affini lo hanno definito come una versione alternativa degli Zero Assoluto (che di per sè non è qualcosa di negativo) perchè alla capacità di quest'ultimi di scrivere brani molto orecchiabili sanno aggiungere partiture new wave dei Diaframma di inizio carriera, il nervosismo del post punk, il lato più pop degli Interpol ed elettronica vintage di contorno. L'arma in più che li rende subito facilmente memorizzabili è la capacità di scrivere dei testi molto intelligente con dei ritornelli molto catchy, ma non perdendo il focus che è una cruda analisi psicologica che deriva dall'osservazione delle realtà sociali di una grande città come Roma, e non solo da quello. Da qui escono frasi di cristallino realismo, peraltro dai brani più belli, quali da "La Stabilità" (Forse è vero che la ricerca della stabilità è l’alibi perfetto per la mediocrità); "Settembre" (scoprendo quanto somigli alla realtà questa condizione stabile dell’instabilità); "Hiroshima" (Le mie ansie nuove pisciano a vento sui tuoi sogni vecchi e decrepiti, io ti scaverò la fossa); "La Tempesta" (sospetto che non ci sia cura per masturbazione e paura); "Vincoli" (è solo colpa di questa intransigenza misantropica che cresce con l’età); "L'Inganno" (Quanti perfetti sconosciuti sarebbero entusiasti di partecipare ad un dibattito televisivo); "Vertigine" (Appendi il cuore al chiodo e sputaci). Produzione che mette in risalto la pulizia del suono, come il genere richiede, ed altro colpo della nostrana Subsound Records.
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