JESTER BEAST: The Infinite Jest
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13/12/2012Non siamo certi che sia il termine adatto, ma di sicuro la band torinese, della cui storica formazione sono rimasti cantante e chitarrista, stavolta ha preferito mettere da parte qualcosa. O accantonare? Meglio plasmare, rimodellare. Inglobare il sound che li ha resi storici si, ma affogando le nuove idee nei meandri dei tecnicismi cari ai Voivod. Fantasma, questo, che si ripropone più volte nell'enigmatico mondo delle Bestie. Logo ridisegnato da Michel Langevin e anche una certa ricercatezza a livello di fonetica nei titoli. Impossibile non pensare alla band canadese leggendo "Kolkata Bazar" (la migliore a nostro avviso, anche in termini di ricerca di propria identità musicale), o "Cirus Cylinder", o ascoltando i break improvvisi dopo il terzo minuto dell'ultimo brano citato. Fortunatamente (e non per niente Claudio si porta dietro esperienza di moltissimi anni), il nuovo cammino dei Jester Beast non è un rimando ai folli thrashers, ma riesce a lasciarci un congedo particolare dove è anche il drumming più ricercato di Roberto a farsi più ampio spazio. Siamo sinceri: molti lo prenderanno per una scopiazzatura al 100%, ne siamo certi, e sicuramente non lo ammetteranno. Altri saranno così felici di riascoltare Claudio e gli altri ragazzi all'opera che non vorranno sapere nessun'altra scusa. La traccia d'apertura suona anche come una forte e decisa dichiarazione d'intenti, l'atmosfera quasi "cosmica" ci esalta, e va bene così. Del resto c'importa poco tenendo presente che chi ha fondato la band non si è mai accontentato di poggiare sul piatto pietanze dal sapore non sempre di facile degustazione (su tutte ci teniamo a ricordare il brano "Mother" o "D.A.U."). Assieme agli Antropofagus sicuramente è l'altro come-back che accogliamo con molto piacere.
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