IOTUNN: Kinship
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16/11/2024Gli Iotunn avevano esordito tre anni fa con un album di elevato livello quale 'Access All Worlds', che li aveva messi in luce senz'altro come una delle band rivelazione dell'anno. Il loro sound complesso, in grado di attingere a diverse influenze e già incredibilmente maturo per essere un gruppo esordiente, ha trovato ulteriori conferme in questo nuovo lavoro intitolato 'Kinship'. Le atmosfere sci-fi vengono stavolta messe da parte, per concentrarsi invece su tematiche che affrontano il rapporto dell'uomo con la natura e di come questi si scopra parte di essa. Le tracce sono come sempre mediamente alquanto lunghe e piuttosto variegate: la band danese crea atmosfere malinconiche, tipicamente nordeuropee, che fanno da sottofondo a sfuriate melodic death o a passaggi più suadenti e accattivanti. La musica degli Iotunn rappresenta un perfetto crocevia tra Katatonia, Dark Tranquillity, Opeth, Amorphis, Primordial e tanto altro, dove la band riesce però a prendere diversi elementi per dare forma alla propria visione musicale, tracciando le proprie coordinate stilistiche. I brani sono così tutti da scoprire, mai banali o scontati. Rimaniamo quasi sorpresi da alcune tracce come la splendida "Earth To Sky", dove il quintetto danese riesce a trasmettere una serie di sensazioni, con un senso di rabbia e malinconia, ma arrivando persino quasi a commuovere, in un brano che rappresenta un continuo mutare di sentimenti e di emozioni. Non sono da meno tracce davvero di ampio respiro come "Kinship Elegiac", un po' ossessiva nella prima parte ma poi a seguire anche aperta e accattivante o la conclusiva "The Anguished Ethereal", ma non possiamo non menzionare le magiche atmosfere di "Mistland" o "The Coming End", le splendide chitarre di "Twilight" o le malinconiche melodie di "I Feel The Night" e della ballad "Iridiscent Way". Oltre all'ottimo lavoro strumentale, eccellente ancora una volta anche la prova dietro ai microfoni del cantante Jon Aldarà, una delle voci più versatili in circolazione, che stavolta opta per un maggior utilizzo di voci in chiaro, per quanto tenda a cantare meno su tonalità alte, senza comunque rinunciare al suo growl, che peraltro troviamo dotato di un certo pathos. Insomma, un disco davvero bello e affascinante, che riesce ad emozionare con ogni singola nota: "Kinship" consacra dunque una volta per tutte gli Iotunn, non più ormai una band rivelazione, ma una solida certezza.
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