ICON IN ME: HUMAN MUSEUM
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06/05/2009Prodotto di origine russa, con il fondatore D.Frans già membro della band moscovita Hostile Breeds, il debutto degli Icon In Me viene registrato ngli studi olandesi di Jacob Hansen e offerto al pubblico dalla tedesca Massacre records. E a testimonianza del fatto che il metal al giorno d'oggi non conosce confini geografici, il presente 'Human Museum' suona più swedish degli In Flames. Le dodici tracce che compongono l'opera prima del neonato quintetto sono infatti un vivace miscuglio di thrash e death metal scandinavo con melodie immediate e un approccio molto attuale, che se volete, potete chiamare comodamente metalcore. Supportato da una buona resa sonora, decisamente al passo coi tempi, il presente 'Human Museum' non aggiunge comunque nulla al genere, accodandosi, pur con classe e capacità, al carrozzone trendy del momento (e chi sostiene che nel mondo metal non esistono le mode ha sugli occhi non sottili fette di prosciutto, ma ingombranti suini ancora vivi). "The Day, That Sorrow" (per cui è stato girato anche un video), "Moments" e la conclusiva "Avoiding The Pain" sono alcuni dei pezzi migliori che compongono il primo lavoro degli Icon In Me, abilmente bilanciati tra impeto e melodia, sulla scia di gruppi più noti come Soilwork e Mercenary. Convincente in particolar modo anche l'opener "Dislocated" grazie ad un refrain vincente e ad una struttura che farà la felicità dei metallari più 'core oriented. Il resto è in ogni caso accettabile e ideale per chi non si fa troppe paranoie ed è capace di accontentarsi di un album discreto, seppur indiscutibilmente derivativo.
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