HACKNEYED: BURN AFTER REAPING
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17/07/2009Lo so, lo so. Fui io stesso, meno di dodici mesi fa, ad esprimere una sincera speranza per questi giovincelli, reprimendo ogni desiderio di scatenare sui crucchini un anatema savonaroliano in cui si sarebbero più volte ripetute le espressioni "fenomeno da baraccone", "offesa al Death", "zecchino d'oro pseudo metal" e via discorrendo, come ogni deathster coscenzioso dovrebbe fare. Eh si, i timori che ho preferito nascondere nella release precedente qui trovano piena conferma e la colpa non voglio certo darla ai deathsterini under 16. Perchè se una band composta da persone che non hanno neppure l'età legale per bere una birra decide di produrre due album in meno di un anno con un grosso, grossissimo label, dev'esserci qualcosa di strano. Non conosciamo le ragioni di questa scelta, ma ci limitiamo ad esporre quello che è lo stato dell'arte: poche idee, pochi spunti, poca personalità, fraseggi macchinosi e scontatissimi controbilanciati, tuttavia, da una produzione prevedibilmente eccelsa e limpida e qualcosa di salvabile nella solistica. Ma tranne questo niente, a parte uno spaventoso regresso qualitativo per le pubblicazioni Nuclear Blast e per la stessa band, decisamente più in forma nel disco precedente. Mi auguro non credano davvero che un gruppo di mocciosetti, sia pure dotati, possa far sobbalzare il cuore dei metallari più intransigenti, dato che in questo filone non troviamo certo le teenager arrapate fan di Alexi Lahio e Ville Vallo, se non addirittura di Bill Kaulitz. Perchè è la musica che conta, per il resto c'è Mtv.
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