GREAT WHITE: RISING
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18/03/2009Continua il percorso intrapreso dai Great White verso sonorità melodiche e di più facile ascolto rispetto all'hard-blues ed ai richiami zeppeliniani a cui ci hanno abituato - anche se non del tutto scomparsi come vedremo più avanti. Percorso iniziato con il precedente "Back To The Rhythm" uscito due anni fa e che prosegue sulla stessa scia sia in merito a stile, sia per quanto riguarda la qualità. Quasi 30 anni di carriera e non sentirli perché se è vero che le sonorità sono quelle solite - ancorate ai seventies ed al suono ovattato ottantiano - c'è da dire che la freschezza compositiva di Russell & C. non fa sentire ai brani il peso del tempo. Canzoni semplici, dirette e melodie ariose rendono "Rising" un disco assai piacevole che continua a nutrirsi da quella sottile vena malinconica che non li ha mai traditi. Lavoro che fin dall'inizio dichiara le sue intenzioni con l'energica Situation, per poi sferrare via via una serie di hit da brividi come la doppietta "Shine" e "Loveless", quest'ultima con un ritornello memorabile che Russell interpreta "anema e core": Loveless, loveless, just another heart in this stress Loveless, loveless try to find a way to fill this emptiness.... Purtroppo il disco cala nel finale - anche se fortunatamente non troppo - con l'inutile cover stoniana "Let's Spend The Night Together", e brani che ripescano vecchie sonorità: gli Zeppelin rivivono in "Only You Can Do", mentre il blues di "My Sanctuary", pur giocando abilmente con le rime non riesce a coinvolgere come le tracce precedenti. Trattasi di dettagli, però, perché "Rising" ha tantissime carte da giocare e sono sicuro vincerà contro le vostre eventuali esitazioni. Io ho già perso tutte le argomentazioni al suo tavolo, e mi prostro al cospetto di una band che con dignità ed immutata classe non ne vuol sapere di invecchiare.
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