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GAMMA RAY: MAJESTIC

data

28/10/2005
78


Genere: Power
Etichetta: Sanctuary/Mayman
Anno: 2005

"Here come the riders of the revolution"... Zio Kai, come sempre, quando si sente pronto a tirare la bomba lo fa, periodo buono o meno (in un 2005 così ricco di uscite, sparare fuori un nuovo album a un mese dall'atteso nuovo "Keeper" dei suoi vecchi compari zuccotti Helloween potrebbe sembrare un azzardo). Ed ecco che salta fuori questo "Majestic". Album, come sempre, in perfetto allineamento con i predecessori, in una manifestazione di crescita continua incredibilmente fusa ad una costanza stilistica fenomenale, fiore all'occhiello dei "Rrayz", come il buon zio Hansen chiamava la sua creatura. Costanza, è vero, che fa riconoscere al volo i nostri, ma "Majestic" è anche qualcosa di più. E' un disco che prende in contropiede, già dal primo brano: senza intro, fronzoli vari, senza nulla, "My Temple" sschizza fuori dalle casse con un boato di doppia cassa e chitarre rocciose, tanto che ho dovuto ascoltarla almeno un'altra volta prima di capire come comincia davvero. Per la prima metà dell'album, ci si trova ad affrontare un'onda di piena travolgente, una valanga di suoni che, se "gustati" a pieno volume, non mancheranno di procurare quelle gustose proteste dei vicini di casa che ormai pochi dischi riescono a suscitare. Dopo la metà non è che il disco sia poi così "soft", ma si sentono più chiaramente le costruzioni più articolate e complesse che ci sono dietro ai pezzi: il risultato è un impatto meno diretto, meno folgorante, ma estremamente godibile. Insieme alle classiche evoluzioni di Hansen e Richter, che hanno ormai ampiamente dimostrato come una chitarra sia uno strumento che può dare vita a suoni estremamente complessi, risalta come e più di sempre un granitico Zimmermann, un vero terremoto alle pelli. Il buon Daniel non si risparmia, nè risparmia il suo povero drum set, messo a dura prova dalle sue "legnate": ritmiche precise e potenti, veri e proprio manifesti del valore tecnico di questo batterista cui mai viene tributato il giusto plauso. Nè va dimenticato Schlächter, il cui basso ha caratterizzato la storia dei Gamma Ray e si dimostra ancora una volta perfettamente allineato al resto del gruppo. Pur rimanendo costante nello stile generale dei Rrayz, Kai spazia parecchio in questo "Majestic", andando a pescare da gruppi come Iron Maiden e Judas Priest, ma in una maniera talmente fine da non risultare mai eccessiva. Ancora una volta, Hansen e soci si dimostrano un gruppo dall'altissimo livello qualitativo.

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