FIREHOUSE: Full Circle
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15/06/2011Al solito: che senso ha registrare nuovamente i brani del passato che hanno reso celebre una band? Nessuno se il risultato è quello dei Manowar, qualcuno come nel caso dei Twisted Sister, tanto come nel caso dei Tarot. Donare nuova luce a brani che in origine erano stati prodotti da gente come David Prater e Ron Nevinson è un compito veramente arduo, e questo disco, in tutta onestà, non toglie e non aggiunge nulla agli originali perchè le versioni sono pressoché identiche, ovviamente i suoni sono aggiornati, le chitarre un po' più pesanti e qualche pezzo ha pure la tonalità abbassata. In pratica il tutto è più crudo delle produzioni patinate dell'epoca, spesso prive di mordente, con delay esagerato nella voce e pastone basso-batteria. Qui la cosa è più terra-terra, più diretta verso l'ascoltatore. Certo, lo stesso ascoltatore si aspettava qualcosa di nuovo visto che l'ultimo album "serio" risale al 2003, invece i quattro baldi del North Carolina ci propongono questo Greatest Hits rimestato che sa tanto di pochezza ispirativa e attrazione commerciale. In conclusione più che ascoltabile, ma al contempo più che inutile. 'Good Acoustic' aveva senso, questo 'Full Circle' no.
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