EVERY TIME I DIE: GUTTER PHENOMENON
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22/09/2005Bussano alla vostra porta con una Les Paul (e serpente aggrovigliato al manico) a tracolla, una boccia di Jack Daniels e le braghe da skater gli Every Time I Die, che con il precedente e valido “Hot Damn!” hanno fatto davvero il botto in casa Ferret. Una band che sa miscelare con abilità hardcore e southern rock/metal di estrazione Pantera merita tutte le attenzioni del caso, tanto più se sa comporre brani intellegibili e capaci di entrati in testa con prepotenza al primo ascolto. Cosa che avviene puntualmente anche con la maggior parte dei brani di questo “Gutter Phenomenon”, a due anni di distanza dal suo già citato predecessore; il violento attacco dell’opener “Apocalypse Now And Then” fa subito constatare come lo stato di forma dei cinque americani sia più che buono. Nel crogiolo degli Every Time I Die si mescolano sfrontatezza e forma canzone, melodia e hardcore sound, rock’n’roll puro, non dimenticandosi di certi deliri provocatori che pizzicano con una freccia arrugginita (impossibile non citare il favoloso trittico di chiusura “Guitarred & Feathered”, “L’Astronaut” e “Pretty Dirty”). “Gutter Phenomeno” è l’abc di una band che ha semplicemente voglia di chiudersi in una sala prove, ovviamente ‘pretty dirty’, e suonare un indiavolato metalcore’n’roll (scusate, definizione migliore non ho saputo trovare) facendo spuntare dal cilindro gioiellini come “Kill The Music”, “Bored Stiff”, “Tusk And Temper” o “Champing At The Bit”. Chissà che in un futuro prossimo non ci riescano davvero gli Every Time I Die, ad uccidere la musica sfregiandola e seviziandola in continuazione con una bottiglia rotta di liquore dalla Louisiana. Spacca i culi, e scusate la finezza.
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