ENTRAPMENT: Through Realms Unseen
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11/05/2017Gli Entrapment sono una band che in circa 7 anni di attività ha sfornato tre LP ed una quantità nutrita di demo, EP e compilation varie; tutto ciò assume un certo rilievo se si pensa che in realtà gli Entrapment sono Michel Jonker, lui è la mente malata ed il polistrumentista che agisce nelle retrovie di questo progetto tutto europeo enormemente influenzato dal classico sound death metal degli anni 90. La proposta offerta con questo 'Through Realms Unseen', riedito per l'occasione in formato LP dalla Doomentia Records, (n.d.r. precedentemente il disco era uscito in formato CD per la Pulverised Records) è chiara e senza fronzoli, come dimostrato anche dalla durata contenuta dei singoli brani che puntano dritto al sodo senza perdersi in divagazioni o soluzioni forzate, ma cerchiamo di capire in concreto cosa hanno da offrire. Il sound è sicuramente interessante e ricco di sfumature che denotano una maturità artistica ed una ispirazione tale che si allontana dalla mera riproduzione di clichè triti e ritriti che affossa molti lavori nel baratro del banale e del già sentito. Il disco si apre con un mid-tempo che si poggia su granitici riff di chitarra dalla distorsione calda e satura che richiama le sonorità stoner e sludge; proprio i toni caldi, caratteristica di molte produzioni orientate verso questi generi, qui diventano protagonisti contribuendo a creare un interessante mix mefistofelico. Ampio spazio viene concesso a questa formula, basta ascoltare capitoli quali "Withering Souls" con il suo incedere pachidermico, poggiato su un riff granitico e putrescente e reso ancora più marcio dal ringhio rabbioso di Michel, o la title track, vera discesa nella cupezza sonora, con le sue atmosfere lente e claustrofobiche. Risulta chiara la matrice tutta europea dei nostri che si rifanno ad un sound che è il trademark del death metal del vecchio continente, tra i solchi di questo platter è impossibile non cogliere le sfumature di gruppi come Asphyx (anche loro olandesi) e gruppi soprattutto svedesi come Grave, Dissection ed Entombed, quelli dei trionfi di 'Left Hand Path' per intenderci. Le tendenze più orientate verso questi lidi si possono cogliere appieno nei brani dal ritmo più serrato ed incalzante, dove tutto è finalizzato alla massima furia sonora, senza però perdere quel piglio "melodico" che si manifesta soprattutto nei soli sempre eseguiti con gusto e ricercatezza melodica e stilistica. "Ruination" rappresenta in pieno lo stile e l'attitudine del death metal dei fasti, richiamando quei pattern melodici che hanno saputo imporsi come modelli peculiari del genere, stessa cosa può dirsi per la furiosa "Isolated Condemnation", pezzo spaccamascella tra i più riusciti, veloci e violenti dell'intero LP. Il punto di forza di questo lavoro è proprio questa morbosa commistione di generi e di influenze capace di fondersi e dare alla luce un prodotto che possa piacere ai nostalgici del death metal più oltranzista ma anche a quelli che all'interno di un siffatto disco ne ricercano il lato più caldo e melodico.
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