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DAMN CHEETAH: PRIMAL

data

04/07/2004
82


Genere: Hard Rock
Etichetta: Kivel Records
Anno: 2004

Credete sia ancora possibile trovare, al giorno d'oggi, qualche recidivo disposto a farsi portabandiera dell'hard-rock di classica matrice street, tanto caro a nomi celeberrimi come Skid Row e Guns N' Roses? Ebbene, ad una domanda del genere, anch'io avrei quasi sicuramente risposto di no, per essere successivamente smentito, in maniera stupefacente, dalla incredibile proposta dei Damn Cheetah, la creatura di proprietà dei fratelli Fragnito. Ma non è tutto: la cosa ancora più sbalorditiva è il valore di un'uscita come questa, capace di fondere la carica del rock'n'roll più grezzo ad una ruffiana capacità di intrattenimento, favorita dalla semplice digeribilità delle varie composizioni e dall'indiscutibile "tiro" in esse contenuto. La prima sensazione, che colpisce all'ascolto di "Primal", è quella di un vero e proprio salto indietro di una ventina di anni, che ci riporta direttamente al periodo di maggior fascino e fioritura del rock legato all'ambiente dei sobborghi americani, vero e proprio simbolo di una intera generazione di musicisti e semplici fans. Chitarre rombanti, riffs sostenuti e cori di grande impatto sono il piatto forte di un cd come quello in questione, che, valorizzato dall'egregio lavoro effettuato in fase di produzione, riesce a ricreare l'immensa magia insita all'interno di tale grande epoca. Il dettaglio delle singole composizioni non può che confermare quanto è stato affermato sino ad ora, affiancando a pezzi ricolmi di adrenalina e sfrenato spirito rock (come ad esempio la title-track, "Maybe Tomorrow" e "Gimme Gimme"), alcune struggenti e passionali ballads in perfetto old-style, subito individuate in tracce come "Forever" e "Without Your Love". Infine, sorpresa tra le sorprese, rimane da citare la grandissima interpretazione vocale di Les Brown, quasi la controfigura stilisticamente elegante del ben più famoso Axl Rose, del quale riesce a ricreare alcune sbalorditive similitudini, sia dal lato stilistico che espressivo. Davvero meritevoli questi Damn Cheetah, una band che, a dispetto di un nome forse bizzarro e quasi ridicolo, è riuscita a ricreare un vero e proprio ponte con l'indimenticabile decennio dorato dell'hard music, che torna così ancora a rivivere alla faccia delle mode e di tutti i fastidiosi modernisti di professione. Sudore, chitarre ed elettricità, ecco il mitico biglietto da visita di questi impareggiabili rockers.

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