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CRYSTAL BALL: Dawnbreaker

data

04/12/2013
78


Genere: Hard Rock
Etichetta: Massacre Records
Distro:
Anno: 2013

Anche se non ci sono mai pervenute notizie ufficiali riguardo un loro scioglimento, i Crystal Ball non avevano dato alcun segno tangibile di presenza sulle scene dal 2007, anno dell'uscita di 'Secrets'. Quando sembrava che fosse calato definitivamente il sipario sulla band elvetica, lo scorso anno il chitarrista Scott Leach ed il batterista Michael Sardella decisero di ributtarsi nella mischia con l'ingresso di un nuovo cantante, Steven Mageney, in luogo dello storico singer Mark Sweeney, riprendendo così il filo del discorso che sembrava essersi interrotto. Nulla o quasi sembra essere cambiato dalle precedenti releases, la band continua a viaggiare lungo il tracciato che ha solcato in lungo e in largo dal lontano 1999, ed il lavoro in questione si presenta come un compendio di quanto ci avevano fornito in passato, ovvero un hard rock dalla base melodica che in casi nemmeno troppo isolati va a invadere territori appartenenti ad un metal di impostazione teutonica, non lontano dallo stile dei Sinner: lo possiamo evincere dall'ascolto dell'iniziale "Break Of Dawn" dove la coppia d'asce ci sbatte sul muso un riff prepotente e ricco di groove, seguita a ruota dalla splendida "Anytime Can Be A Hero" (da cui è stato ricavato il video), quanto mai emozionante nel refrain. Il resto del disco procede in maniera piuttosto lineare, con il nuovo vocalist che magari non sarà un fuoriclasse, ma la sua interpretazione è da rimarcare per forza profusa e personalità, senza che si ravvedi la necessità di dover richiamare il ben più noto Sweeney, mentre la sezione ritmica si mantiene sempre compatta e precisa proprio come un orologio svizzero. Il resto del materiale si lascia ascoltare in maniera piacevolissima, senza particolari momenti di esaltazione (ma sempre a livelli assolutamente più che buoni, e comunque rientra in un genere in cui non è ormai possibile inventare più nulla) con la ballad "Eternal Flame" a rappresentare l'unico vero episodio sottotono: i livelli di perfezione che avevano toccato band come i Bonfire di inizio carriera e i connazionali Gotthard appaiono al momento non accessibili da parte del combo di Lucerna, ma resta fondamentale il fatto che al di là del lungo periodo di assenza e degli avvicendamenti registrati i Crystal Ball riescano con una prova gagliarda (baciata oltretutto da una produzione dai suoni decisamente corposi), a tenere alto il vessillo del melodic hard rock, quanto basta a questi musicisti ormai non più di primo pelo per meritare comunque tutto il nostro rispetto.

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