CHRIS CORNELL : Higher Truth

Alla soglia dei cinquant'anni cosa si può chiedere ad un'artista poliedrico come Cornell ? Nulla, in realtà lui ti risponde ad una domanda che non ci saremmo mai sognato di porgli con un album di una maturità eccelsa, di un genere poco abituati a sentire dalla sua voce, e da liriche quanto mai profonde ed impegnative. Lo stesso parlando di questo lavoro afferma che 'Higher Truth' è un omaggio sincero, fatto di amore  verso le persone che lo hanno aiutato nel periodo del suo primo tour solista in acustico del 2009. Fu un successo straordinario allora, e siamo sicuri che sarà un successo il tour che porterà in giro questo disco. Il cantante afferma che nella dimensione acustica, nella dimensione scarna dei pezzi bisogna dare gioco-forza risalto ed importanza alle liriche, ci racconta che all'epoca della sua cover di Bill Jean di Michael Jackson molti fan lo fermavano a fine concerto per ringraziarlo di avergli fatto notare per la prima volta il testo struggente della canzone, in poche parole nel lontano 1999 nasce la prima pietra di questo Higher Truth. Assunto il produttore e polistrumentista Brendan O'Brian (Pearl Jam, Neil Young), insieme suonano la maggior parte degli strumenti, e grazie alla sapiente regia di quest'ultimo riescono a regalarci delle superbe sonorità in stile roots, americana. Inutile in questo caso  soffermarci su ogni canzone, basta far scorrere nel riproduttore "Dead Wishes" o "Trough The Window" e capirete di cosa stiamo parlando. La perfezione non esiste però, in questo caso Cornell ha voluto rimarcare tale cosa aggiungendo delle bonus track che nulla danno al lavoro ufficiale dell'album se non sviare un orecchio ormai dedito a certe sonorità raffinate, come a dire che il prossimo disco potrò fare ancora meglio, basta seguirmi.