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BURNING RAIN: Face The Music

data

21/03/2019
80 + 76


Genere: Melodic Hard Rock
Etichetta: Frontiers Music
Distro:
Anno: 2019

Ma che bel disco questo dei Burning Rain, band che rinnova il sodalizio tra Doug Aldritch e Keith St. John, nonostante i tanti progetti in essere - passati e presenti - che vedono coinvolto il biondo crinito chitarrista americano. 'Face The Music' è la loro nuova creatura, un album di spessore, composto da tracce che spaziano dal più classico hard rock, all'hard'n'heavy, al rock blues, e sempre farcite da melodie e tanta, tanta classe. Dai riferimenti stilistici non si scappa: Whitesnake, The Dead Daisies (che cosa strana...), e tutto il carrozzone a stelle e strisce in fatto di rock duro che padroneggia sulla scena dagli ultimi 30 anni. Ecco che nascono brani come "Midnight Train", una serpentina sonora con cui è difficile restare fermi; "Nasty Hustle", selvaggia e maleducata; "Lorelei" (anche gli Scorpions la omaggiarono qualche anno fa...), brano dall'afflato melodico che rimanda di traverso ai super classici album AOR dove è d'obbligo la canzone con il nome di una donna come titolo (la sirena mitologica ritratta nell'artwork di copertina); "If It's Love", dove non è arduo scovare il fantasma del Serpente Bianco, e pezzo fatto a posta per Aldritch il quale dà il meglio di sé con un assolo magnifico. "Beautiful Road" ed "Hideway" sono i brani di maggiore classe, momenti in cui sono condensate tutte le doti artistiche dei Burning Rain, sostanziose e creative. Con "Since I'm Loving You" la band pone il definitivo sigillo all'album, e qui l'eco degli Zeppelin (già il titolo suggerisce più di un dettaglio) riecheggia con fierezza, a testimoniare come non si possa inventare nulla, ma essere credibili ed avere personalità da vendere.

A cura di Andrea Punzo - Voto 80


Dopo aver contribuito in maniera decisiva a risollevare la carriera di Mr. Coverdale nel periodo di militanza nei Whitesnake, ed in momento di pausa con la sua nuova creatura The Dead Daisies il talentuoso chitarrista Doug Aldrich decide di richiamare il carismatico singer Keith St. John per dar vita al quarto lavoro dei Burning Rain, sei anni dopo il validissimo 'Epic Obsession'. Non cambia lo stile, cambia la sezione ritmica con l'ingresso di Blas Elias e Brad Lung già noti per la loro militanza rispettivamente con Slaughter e Y&T, esperienza utilissima per tenere alto il valore di questa band. L'hard rock ricco di groove è pronto a mostrare i muscoli con "Revolution" e con la successiva più oscura "Lorelei", mentre con il prosieguo della track listing si intravedono passaggi abbastanza nello stile dei Whitesnake pur mantenendo l'impronta Burning Rain senza quindi dar vita a sgradite copiature, soprattutto in "Midnight Train", l'intrigante singolo da cui è stato tratto il relativo video e forse il pezzo forte dell'intero lavoro. In "Shelter" i ragazzi mostrano il loro lato più intimo e pur mantenendo toni piuttosto dolci non si scivola in tonalità languide, cosa che in parte avviene nell'altra ballad "If It's Love". Sia in "Beautiful Road" e "Hit And Run" i ragazzi fanno nuovamente la voce grossa mentre sonorità prettamente zeppeliniane le troviamo nella conclusiva "Since I'm Loving You", preceduta da "Hideaway" dal taglio evidentemente commerciale, ma piacevolissimo in virtù dei passaggi funkeggianti. Un ritorno quanto mai gradito, un flash back che investe sia gli eighties, ma anche e soprattutto la decade anteriore, il tutto al di fuori di logiche innovative ma che contribuisce a dare ulteriore tocco di classe a quell'hard rock carico di sana genuinità e fervida passione.

A cura di Alessandro Mencarini - Voto 76

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