BLACK BONZO: SOUND OF THE APOCALYPSE
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01/08/2007Secondo disco per i Black Bonzo: la band si è formata nel 2003 dalle ceneri dei Gypsy Sons Of Magic ed ha pubblicato il debut "Lady Of The Light". Il quintetto svedese debutta con la label The Laser's Edge in questo 2007 col nuovo platter "Sound Of The Apocalypse" Musicalmente ci troviamo di fronte ad un platter in cui il songwriting è molto curato, ed in cui si sentono le reminescenze della scuola di Canterbury e dei magici Queen: le otto canzoni presenti sono di buona durate ed articolate. Il platter rispecchia in pieno il nome che gli è stato dato: "Sound Of The Apocalypse" risulta quindi cupo, malinconico, ed anche le trame progressive risultano avolte da una cappa che non permette alla luce del sole di filtrare, lasciando iltutto sotto una gelida ombra. L'ugola di Magnus Lindgren ricorda a tratti la teatralità e la poliedricità di Freddy Mercury (anche se non arriva ai livelli magnifici del singer dei Queen): davvero un ottimo cantante questo Magnus, in grado di impreziosire il lavoro svolto dal resto della band. Anche l'operato degli altri musicisti ricorda, a mio avviso, la storica band inglese: gli assoli di chitarra di Joakim Karlsson ricordano molto lo stile di Brian May così come il piano di "Iscariot" ricorda le atmosfere delle canzoni storiche dei Queen. Intendiamoci: quelle citate sono similitudini e influenze che la band ha metabolizzato e rielaborato nel proprio sound; non stiamo certamente parlando di plagi ma di semplici richiami ad un grande passato musicale. Merito ai Black Bonzo, quindi, per aver realizzato un platter di buon livello, con un songwriting fresco ed accattivante. I ragazzi sono riusciti ad unire le ritmiche progressive, di bands quali Camel e Caravan, con l'affascinante impatto melodico della cult band anglosassone, creando un prodotto molto buono. Difetti: gradirei maggiore varietà nella proposta, magari a scapito del prog a tutti i costi; per il resto il lavoro è stato fatto bene, e la produzione ottima non fa altro che impreziosire il tutto. Ora non resta che aspettare il prossimo lavoro targato Black Bonzo per poter così misurare i progressi compiuti dal quintetto.
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