ANTISOPH: Antisoph
data
18/06/2018Provenienti dall'estremo nord tedesco, questo terzetto ha dopo l'esordio cambiato nome da Orb a Antisoph dando alle stampe il presente lavoro. Il cambiamento stilistico intercorso contemporaneamente parebbe essere stato marginale, visto che ci troviamo sempre in presenza di una miscela black progressiva avanguardistica, dove detta progressione suggerisce a piu riprese una matrice tecno-thrash. Il riffing porta infatti l'eco dei contemporanei Vektor, di cui si appropria anche di un certo parossismo, quest'ultimo in realtà anche riconducibile alla matrice black di cui sopra. L'impressione generale è quella di una versione riveduta e corretta, con l´ausilio delle influenze sopraccitate, dei classici Voivod. Il cantato si muove fra questi ultimi e inflessioni piu tipiche di certo avantgarde black, i Vulture Industries non paiono, ad esempio del tutto estranei ai nostri. Il genere è intrigante e stimola a piu ascolti, gli Antisoph si muovono con maestria in questo ampio territorio attingendo a tutti gli ingredienti con misura. Se qualche rilievo va fatto, non convince appieno l´uso della voce, misurato in ogni momento e dunque in evidente contrasto con il sound. Altre band avantgarde black hanno fatto questa scelta vocale, ma al contempo hanno eliminato gli aspetti piu ruvidi del proprio approccio. Il genere è spesso ad un passo dalla pretenziosità ma direi che gli Antisoph riescono ad evitare la trappola. Pur non essendo questo un capolavoro, è senz'altro un valido esempio di dove il black progressivo possa trovare sbocco.
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