ALIRIO: All Things Must Pass
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29/08/2021Confuso solo all’apparenza! Presentare una persona è sempre atipico e personale, perché ognuno di noi recepisce certi aspetti o si ricorda di certi eventi, comportamenti, che nota e che definiscono la propria idea dell’altro. Presentare un artista dovrebbe essere più facile ed impersonale, perché attingi al suo curriculum professionale. Poi ci sono i personaggi e artisti come il brasiliano Alirio Netto, che non chiedono di essere presentati: si presentano da soli! Di primo acchito questo debutto da solista, a livello internazionale, potrebbe sembrare un modo confuso di presentarsi al primo ascolto. Reduce di svariati progetti: prog metal (Khallice, Age of Artemis), prog power (Shaman), prog rock (Lince), di musical (The Queen Extravaganza), di produzioni teatrali (Galileo), di recitazioni musicali nel ruolo di Gesù e di Giuda (Jesus Christ Superstar Messico), di partecipazioni corali (Angra) e con alcuni progetti da solista alle spalle (Joāo de Deus, The Journey So Far, Back To Light), etc. Ottiene un contratto multi-disco con la Frontiers Music. ‘All Things Must Pass’ è un album con tante sfumature, che raccoglie più stili e le rielabora. Qui scordatevi il prog, il metal, il power, e l’hard rock più classico. C’è un pizzico di melodick rock. Principalmente è un progetto guidato dal pop. Il power non c’è (si sente qualche eco nel ritornello della prima traccia, in questi acuti aperti); il metal neanche (c’è una batteria “molto pesante” come suono riempitivo, e che accompagna tutto l’album, che non si presenta con le sue caratteristiche tipiche in ambito metal, ma con suoni tipici da Shaman). Sostanzialmente è un album di base pop, con sfumature blues e country. E’ un voler far vedere altre cose proprie, altre sfaccettature del proprio essere musicale. In realtà noi siamo fatti così, non siamo composti in prevalenza di una cosa, ma di “più cose contrastanti”, bisogna solo scoprirle, elaborarle e rimetterle alla luce. Il troppo metal non dà l’equilibrio ad una persona, come anche il troppo pop; il segreto della propria armonia è l’equilibrio. E quando riesci a trovare l’equilibrio tra uno stato e l’altro, allora riesci a vivere serenamente. E credo che questo sia un album che si possa ascoltare serenamente. Ci sono alcune tracce che toglierei (perché non sono di mio gusto), forse le tracce Bonus sono proprio quelle che danno più identità all’album, perché vanno un po’ sul personale e rimarcano il senso di reinterpretare, rimanendo fedeli a sè stessi. Non è un album assolutamente triste e/o malinconico, anzi è un lavoro molto energico, solare, molto estivo, porta energia! Alirio si presenta con una voce pulita, scremata di falsetti, arricchita da grinta, attitudine e passione. Poche ballad: "Grey" un dono per il pubblico melodico con le carezze vocali di Arnel Pineda, e "Gipsy’" duetto dal sapore Aerosmith, un tributo al country con gli intrecci di voce “tra moglie e marito” (Livia & Alirio). "Come With Me" è una traccia blues preziosa, un sottile richiamo all’amato Chris Cornell, con intro Hendrix dalle sei corde e tastiera sottovoce alla The Doors. Da segnalare: "Back To The Roots" è l’anticipazione di sonorità pop rese più heavy. Puo’ ricordare il pop-soul di Human – "Rag ’N ‘Bone Man", appesantito da un groove cadenzato che mi risveglia l’immagine dell’inno della squadra di Rugby della Nuova Zelanda! "The First Time" è la mia preferita o forse "Back To The Light". E vogliamo parlarne di "I’m Still Here"? Che gioia, che riff di chitarra! O del western-heavy di "Your Hate"? Concludo: a me è piaciuto. A mio giudizio Alirio si deve ancora togliere qualche strato, come una cipolla, per giungere al proprio cuore, ancora più fedele a sè stesso. Gli auguro di esplorare gli infiniti mondi celati dentro il suo essere. Riscoprirsi oggi perché domani saremo già un’altra persona!
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