AHAB: THE GIANT
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07/06/2012La band tedesca prosegue sulle direttive dei precedenti album, ed arriva alla terza fatica in studio forte di una reputazione che andrà a consolidarsi con questo 'The Giant'. La continua ricerca del significato dell'esistenza negli abissi più oscuri degli oceani è la costante del loro universo concettuale. Ricerca che in parte s'insinua tra le spire delle composizioni, affiancando il doom classico con intermezzi e parti più liquide e di quiete. Ricerca che in questo caso mette da parte Melville per abbracciare Edgar Allan Poe ed il suo 'Storia di Arthur Gordon Pym'. Ecco intrecciarsi la lentezza magmatica delle ritmiche e la fluidità delle chitarre, così come il growl cavernoso va a dare costantemente il cambio a vocalizzi puliti interpretati sotto forma di lamenti disperati e rassegnati. In questo continuo bilanciamento tra più fattori trova spazio anche l'alternanza emotiva dettata ora da parti introspettive e quasi sospirate, ora dall'incedere deciso ed elefantiaco dei brani. Quindi dolore e riflessione, momenti di rabbia misti ad altri fatti di meditazione, ed avanti fino alla sconfitta finale. 'The Giant' è un concentrato di orrore e sofferenza, un contenitore di emozioni che non lascia indifferenti pur ascoltandolo più volte: ogni volta visioni e sensazioni arrivano diversi e ti travolgono. Usano chiamarlo nautik doom metal. Per le tematiche trattate e per l'ossessione per gli oceani e quanto di conturbante e misterioso portano in dote, e ci sentiamo di condividere non tanto perchè le etichette ci appassionano - i My Dying Bride sono più di un'ispirazione per il gruppo, e di nautico non hanno davvero nulla - quanto per l'effettiva percezione emotiva che il disco riesce ad alimentare. Ottima la produzione, stupendo l'artwork di copertina ed interpretazione intensa del dramma da parte del quartetto.
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