A PALE DECEMBER: The Shrine Of Primal Fire
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16/11/2017Primo full-lenght per questi milanesi che presentano la loro fatica come "atmosferic black metal" e "blackgaze". La prima definizione risulta fuorviante, essendoci assai poco di black metal. La seconda appare piu adeguata, se si pone fortemente l´accento sull´aspetto "-gaze". Il blackgaze dovrebbe fondere la furia del black metal con i piu melodici shoegaze e post rock. In questo caso la parte black è evidentemente minoritaria, ad un livello che non giova al prodotto. L'atmosfera che l´ascolto ci riserva è, il piu delle volte di stasi, il che la dice lunga su quale elemento domini all´interno questa opera. Questo indipendentemente dal fatto se ci troviamo in presenza di una delle parti piu meditate o di una delle relativamente rare accelerazioni. A volte parebbe di intuire elementi folk, in particolare nordico: vengono in mente Amorphis, Moonsorrow o Ensiferum, ovviamente nei loro momenti meno dinamici. Il riffing è il piu delle volte monotono, come accade anche in certo black metal ma, complice anche una produzione ben piu raffinata di quanto usuale nel sottogenere appena citato, ogni spigolosità risulta smussata e si rimane in questa strana, statica attesa. L´unico elemento estremo sono i vocalizzi, ma in questo panorama è come un cane che non può mordere. Le brevi parti acustiche evocano fenomeni naturali, come i vento o la pioggia, ma sempre in una forma addolcita ben lontana dalla furia degli elementi. In definitiva, un prodotto che mette in difficoltà : l´opera è estrema per quanto riguarda il cantato, ma per il resto troppo stemperata per avere l´impatto del black; statica nonostante il suo intermittente estremismo sonoro. Evocativa, ma senza mai essere trascinante. Ci lascia a metà del guado, senza poter capire bene da dove veniamo, o dove siamo diretti. Rimane solo la possibilità di stare a guardare. Ma è difficile aprezzare la stessa sensazione troppo a lungo, se non come un distante sottofondo.
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