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VICIOUS RUMORS

Serata classicamente metal che più non si può questa del New Age, che ospita una delle due date degli storici Vicious Rumors, supportati dagli immensi Agent Steel e dagli a me sconosciuti After All. E’ proprio la band belga AFTER ALL ad aprire le ostilità nel locale semi deserto (la conta finale non sarà poi molto diversa, e si aggirerà sulla cinquantina di persone), con il loro thrash metal di stampo canadese immerso in sonorità un pelo più moderne. La nutrita discografia della band viene saccheggiata, soprattutto l’ultimo “The Vermin Breed”, ma la freddezza del pubblico purtroppo ha la meglio sulla carica del quintetto. Nemmeno quando gli After All si lanciano in una riuscita cover di “Evil” dei Mercyful Fate riescono a coinvolgere appieno nonostante il loro mestiere lo sappiano fare anche troppo bene. Una buona sorpresa, dopo tutto. Tocca poi ai maestri AGENT STEEL, i veri headliner della serata, a conti fatti (il pubblico, scarso, è stato molto più partecipe durante la band di Garcia che con i Vicious Rumors). Hall e soci, in forma strepitosa, vengono accolti da un headbanging furioso delle prime file, e grazie anche a suoni compatti e quadrati, adattissimi al thrash del quintetto, mettono a ferro e fuoco il palco trevigiano. La scaletta pesca da tutta la produzione Agent Steel; a scatenare il vero putiferio sono ovviamente i vecchi classici come "Agents Of Steel" e "Unstoppable Force", ma la loro porca figura la fanno anche i due estratti dal nuovo "Alienigma", "Fashioned From Dust" e "Hail To The Chief". Come dimenticare poi la magnifica "Ten Fists Of Nations", a mio avviso uno dei brani più belli mai composti da Garcia e soci? Gli Agent Steel lasciano il palco a braccia alzate, meritatamente. Con uno show per pochi intimi (ho visto gente andarsene una volta conclusa la performance degli Agent Steel), i VICIOUS RUMORS non hanno certo sfigurato rispetto ai ben più acclamati predecessori di palco. Guidati da un Geoff Thorpe in stato di grazia, potente e preciso come pochi axeman al giorno d'oggi nonostante gli orrendi stivaloni indossati. Il vocalist James Rivera, per l'età che ha, continua ad avere delle corde vocali d'acciaio, e la setlist basata molto sul passato (soprattutto "Welcome To The Ball") ha fatto esaltare alla grande le poche teste sotto il palco. Una formazione che ha purtroppo raccolto poco di ciò che ha seminato, ma che dimostra come i vecchi leoni (alcuni, perlomeno) abbiano ancora artigli ben affilati.

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