TEHO TEARDO
Come già specificato nei flyer di presentazione e nei vari comunicati stampa/internet, l'opera del compositore Theo Teardo (ex Meathead) è musica da film e come tale va vissuta, ascoltata e metabolizzata. Una sorta di mix tra Mogwai (e nostri epigoni quali Giardini Di Mirò, En Plein Air) stratificati dal programming che con un giro di parole ridondante ci porta fino ai Pulseprogramming (maestri di tale pratica); immancabilmente la parte visiva (immagini retrostanti), ha la sua fondamentale valenza correlando le immagini con i suoni di chitarra di Teho e della violoncellista Martina Bertoni che donava quel tocco di solennità cinematica al montare delle rifrazioni soniche e dei crescendo chitarristici. Trattandosi di musica strumentale (tratta dai film per i quali ha creato le colonne sonore: "La ragazza del Lago", "L’amico di Famiglia", "Diaz", "Una vita tranquilla", "Il Divo" per citarne alcuni) il tutto poggia sulla ritmica che è ipnotica, ripetitiva (non nell’accezione negativa del termine), e concilia uno stato di trance indotta dal post cena (quindi panza chena), e da quel teporino classico che una reggia del suono come l’Auditorium concede ai fruitori; ciò mette a dura prova la resistenza al sonno, ma non un sonno privo di sensazioni ma uno cullato dalla musica (lo abbiamo constatato più volte in occasione di concerti particolarmente ipnotici come quelli di Katatonia, Paradise Lost, Cult Of Luna) facendoci piacevolmente scivolare nelle braccia di morfeo. Da vedere e da provare.
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