RANCHO BIZZARRO
Livorno è rinomata per essere una città davvero prolifica dal punto di vista artistico, ed i protagonisti di oggi sono i Rancho Bizzarro, che nella serata di sabato 7 ottobre hanno presentato il loro nuovo lavoro omonimo uscito per Argonauta Records. Per il loro Release Party hanno prenotato la riapertura di stagione del The Cage Theater, ormai famoso per essere uno dei locali più affermati della regione. Alle 23.00 inaugurano la serata i Vesta, un trio strumentale di Viareggio nato nel 2016, i cui rimandi ai Tool e ai The Cure non passano inosservati. Nonostante ciò propongono una set list intrigante, grazie anche all’ausilio della loop station che ne aumenta la difficoltà e l’interesse e ci propongono via via dei motivi sempre più orecchiabili e coinvolgenti e come si è sentito dire tra il pubblico in sala, il loro concerto è stato “un bel viaggetto”!
Solo alle 23.45 si preparano gli attesi Rancho che dopo un breve intro si impongono sul palco a colpi di stoner trasportandoci in qualche polveroso luogo del tutto made in USA. La loro musica è omogenea, si sente il loro marchio su ogni brano e nota dopo nota ci presentano il loro disco senza alcuna interruzione: oggi i ragazzi sono in ottima forma, tranne che per il batterista, purtroppo assente in questa data e straordinariamente sostituito da un Alex Demonoid Lera tirato a lucido.
Entrambe le band hanno scelto di non aver microfoni sul palco al di fuori di quelli usati per l’amplificazione degli strumenti: non un saluto, né una parola tra una canzone e l’altra, ma d’altra parte si sapeva che questa sarebbe stata una serata fuori dagli schemi, in cui a dominare sarebbero dovute essere solo ed esclusivamente le note e le atmosfere e neanche una sola volta la voce. Questi musicisti ne fanno volentieri a meno, perché prima di tutto vogliono lasciar spazio alla pancia e all’istinto delle composizioni mai mediate da un testo che potrebbe anche stravolgerne il senso.
I Rancho ci hanno già rivelato di aver come obbiettivo quello di far divertire il pubblico e di fare festa, per altro un obiettivo ampiamente soddisfatto stasera. La loro è una musica da Van in mezzo al deserto ed i ragazzi ci proiettano facilmente in questo viaggio, in mezzo alla calda pioggia di colori accecanti del palco del Cage. Eseguono l’ultimo brano e con un semplice gesto della mano ci indicano che il concerto è finito, staccano gli strumenti ed escono dal palco, lasciando al dj il cambio musica preparando dunque il terreno per quella che sarà la discoteca del sabato sera degli adolescenti labronici.
Mi prendo quindi un momento, alzo gli occhi dalla macchina fotografica, mi giro verso il pubblico e vedo il locale quasi pieno che termina il suo applauso. La prendo come una grande soddisfazione patriottica, immaginandomi che anche per i ragazzi sopra il palco sia stato lo stesso.
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