ONE DIMENSIONAL MAN
Roma è famosa per i ritardi con cui da inizio ai concerti; per l'occasione siamo andati ben oltre, abbiamo atteso fino alle 00.15 per vedere materializzarsi sul palco la band di Pierpaolo Capovilla che si rivelerà più silenzioso del solito. Il set proposto ha manifestato una prevalente anima blues rispetto agli spaccati noise americano tanto caro ai Jesus Lizard et similia grazie al quale si son costruiti una fama. Un pubblico non molto rumoroso aveva riempito già da tempo la sala quasi nella sua interezza, ed osservava tra l’attonito e qualche urlo di incoraggiamento; lungo il set hanno presentato diverse tracce inedite che faranno parte del prossimo lavoro sul quale il gruppo sta ancora lavorando. La condizione fisica non ottimale del vocalist, che si è dispiaciuto e scusato più volte per questo, ci ha trasportati, tra alti e bassi, fino all'apice del concerto culminato in "Tell Me Marie” e nella mortifera e rallentata “My Girl” in cui il singer sembrava soffrire quando si avvicinava al microfono, fissandolo con sdegno a causa di una disfonia – infiammazione della laringe – che gli ha abbassato il tono di voce. L’unica volta che il vocalist ha parlato è stato quando ha raccontato la storia del Signor Cestaro, un padovano che ha vinto la causa contro lo stato Italiano per i pestaggi subiti a Genova nella scuola Diaz, evidenziando che durante gli scontri la maggior parte dei manifestanti gridava la parola 'mamma' poiché uno studio psicologico riporta che nelle situazioni di estremo pericolo si regredisce fino allo stadio infantile in cui il massimo del riparo e della sicurezza è garantito dal ricorso alla mamma. Il frontman ha sottolineato che in italia non c’è ancora una legge contro la tortura e per contro è salita l’intensità del set con brani più duri vicini al noise a noi tanto caro; a "You Kill Me" l'onore di chiudere i giochi. Un concerto un pò sottotono per prestazione vocale e scelta delle tracce.
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