MY BRIGHTEST DIAMOND
Prima volta che mi reco all’Angelo Mai, locale storico della scena romana chiuso per molti anni, ma aperto recentemente, per vedere quest’artista americana che ho distrattamente incrociato su internet grazie alla programmazione dei concerti su Roma. Si presenta sul palco indossando una maschera simil giapponese dalle guance paffute e con un espressione come sorridente, di tanto intanto la reindossava interpretando dei balletti di origine africana o aborigena. Dimostra fin dai primi brani di avere una voce particolarmente dotata della quale colpiscono i vocalizzi acuti, un mix tra dido, bjork, kate bush e la cantante dei Portishead. Formazione ridotta all’osso, batterista e lei che suonava chitarre, tastiere, xilofono e uno strano strumento a 12 corde simile ad un arpa mozzata; si altalena nella proposizione di brani elettrici (con spirito blues e qualche richiamo al rock di Janis Joplin) e acustici, più intimisti, tra i quali spicca un brano che non voleva proporre perché da lei stessa definito molto triste; l'unico pezzo che conoscevo e probabilmente anche per quello il più bel brano di tutto il concerto è stato "Inside A Boy". Si è divertita fin dall’inizio del concerto a elucubrare tra un brano e l’altro parlando fondamentalmente di due cose: morte e cacca. Si, avete letto bene, cacca (merda), raccontava di un topolino che si era nascosto in un cassetto di casa sua mentre lei stava suonando. Ne sentì il rumore, avvicinandosi al cassetto il topo ne avvertì la presenza e scappò dal per rifugiarsi nella borsa e poi scappar via nel giardino. Tornando a guardare nel cassetto la cantante scopre che il topo gli aveva lasciato un ricordino: la cacca. Raccontava anche che passeggiando per Roma è rimasta colpita da una madre che urlava al figlio di stare attendo a non calpestare la cacca mentre camminava. Riguardo la morte è rimasta affascinata dal racconto di Laurie Anderson (durante il suo concerto londinese) relativo alla morte della madre, Laurie faceva capire che il sentimento di amare una persona è talmente profondo che non basterebbero due vite per capirlo appieno, queste parole l’hanno talmente colpita che non ci ha dormito la notte; l’altra morte in questione è quella della nonna, morta un giorno prima di compiere 100 anni. Pubblico veramente numeroso se si considera il giorno meno adatto per i concerti: il lunedì, che ha strappato tanti applausi non risparmiandosi nel richiedere i bis, tanto che hanno battuto le mani così forte sul palco che è tornata immediatamente per proporci l’ultimo brano del set, il più ritmato di tutti, quasi una specie di grunge blues per chiudere in bellezza ed allegria.
Commenti