IN THE WOODS
A distanza di 23 anni dalla fatidica data del frontiera con i Katatonia di 'Brave Murder Day' come gruppo spalla, tornano a Roma gli In The Woods con il batterista come unico membro rimasto della formazione originale. Chiediamo venia ad Agatunet e Veil Of Cospiracy che non troveranno copertura in questo report per nostro colpevole ritardo. La temperatua estiva elevata ha fatto si che potenziali avventori preferissero location con concerti all'aperto probabilmente perchè non sapevano che il Traffic si è dotato di grandi ventilatori che non hanno fatto patire il caldo all'interno del locale. Seventh Genocide, atmospheric post black metal band romana che vanta in formazione due membri (i chitarristi) dei deathster Bedsore; con all'attivo già tre uscite su disco; il loro sound trova il suo habitat naturale dal vivo dove esplodono le atmosfere ricercate attraverso distorsioni, assoli e cambi di tempo, armoniche psichedeliche dilatate che si contrappongono a parti tiratissime. Molto interessanti e da tenere d'occhio. A seguire i padroni di casa, i gothic doomster Shores Of Null (una delle migliori realtà in campo nazionale), che condivideranno in autunno un tour europeo con gli In The Woods; per l'occasione si sono presentati con un chitarrista aggiuntivo (tre chitarre + basso) che milita nei Dragonhammer, ed il sound ha avuto una maggiore irruenza. Talvolta i cori creavano una sovrapposizione di voci che faceva perdere l'effetto calamitante delle tonalità evocative e profonde di Davide Straccione. Il set ha leggermente privilegiato gli estratti da 'Quiescence' (cinque tracce contro quattro da 'Black Drapes For Tomorrow'); forse perchè siamo più legati al primo disco che reputiamo di una bellezza quasi imbarazzante, le relative tracce sono state quelle più coinvolgenti con una notazione di merito per la lenta, malinconica e gotica "Black Drapes For Tomorrow" tratta dall'omonimo ultimo lavoro. Una garanzia.
A mezzanotte, come cenerentola, è il turno degli headliner norvegesi, per i quali l'aggettivo più calzante è trasversali: gothic doom, industrial black metal e epic viking metal sulla scia di quanto fatto dai Bathory di 'Hammerheart', con l'unica pecca il cantante che nelle parti epiche stonava, molto probabilmente perchè cercar di rendere il cantato teatrale ed evocativo come su disco, dal vivo non è facile, mentre nello screaming sugli spaccati black metal era perfetto. Tutto il concerto è stato un continuo passare da un genere all'altro, sintomo che i 14 anni di iatus ed il relativo ritorno sulle scene con la stessa formazione, per poi separarsi nel 2016 dai due chitarristi originali, ha dato vita ad una band nettamente diversa che ha nel batterista l'unico punto in comune. Non era semplice stargli dietro specie nelle parti psichedeliche dove partivano per dei voli pindarici ad ampio raggio. Trasversali.
Si ringrazia Eugenio Stefanizzi per la gentile concessione delle foto.
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