HAREM SCAREM
La discesa italica degli Harem Scarem è stato un evento a lungo atteso da tutti i fans del rock melodico della nostra penisola (ed in particolare dal sottoscritto, vista la collaborazione artistica con Harry Hess in relazione al mio personale debut album a firma Shining Line), un momento sognato da anni e che, solo in questo 2013 oramai al termine, ha trovato la sua degna realizzazione. Occasione propiziatoria per questo tour dei masters melodici canadesi è l'uscita della nuova versione di "Mood Swings", ri-registrato appositamente dalla band per celebrare i trent'anni trascorsi dall'uscita sul mercato musicale, e di conseguenza elemento principe della scaletta live del tour in questione, sviluppatosi in un lungo e in largo per tutta l'Europa, con tanto di partecipazione a due importanti live festival del genere come il celeberrimo "Firefest" inglese ed il ben più recente "HEAT Festival" teutonico. L'onere di aprire le danze della serata è affidata ai milanesi Pythons, che a due anni di distanza dall'uscita del loro secondo full-lenght "Liar", propongono al nutrito pubblico accorso il loro hard-rock a metà tra sound moderno e melodie di classica estrazione. La loro è un'esibizione riuscita e carica di adrenalina, perfetta per riscaldare al meglio gli animi dei presenti in attesa del main event della serata. Ancora più vicino al sound degli Harem Scarem è invece la proposta degli Old Man's Cellar, fautori di classico rock melodico intriso di venature hard e AOR, freschi di debutto discografico con il loro "Damaged Pearls" uscito proprio pochi giorni fa per Valery Records. Nonostante i suoni non proprio cristallini del locale, la loro proposta è riuscita ad attirarsi la curiosità di diversi presenti tra il pubblico, cosa che potrebbe in futuro ampliare notevolmente il loro fanbase se verrà posta ancora maggiore attenzione verso il songwriting e l'arrangiamento dei vari brani prensentati, tutt'altro che scevri da melodie accattivanti ed interessanti parti strumentali. Sono infine da poco trascorse le 22.30 quando gli eroi della serata, i canadesi Harem Scarem, calcano il palco per lasciare assolutamente il segno nella loro prima uscita italica di sempre. Già dalle prime battute risulta subito chiara l'esperienza e la dimestichezza col palco di un quartetto in grande spolvero, capace anche di vincere a man basse contro problemi tecnici di vario tipo, in primis un sound ancora una volta confusionario e mal valorizzato, in particolare per quanto riguarda le chitarra di Pete Lesperance eccessivamente bassa nel mix audio generale. La professionalità e le immense qualità artistiche dei canadesi hanno comunque fatto passare tutto in secondo piano, offrendo ai presenti una esibizione di grande impatto trainata dalla immensa classe vocale di un Harry Hess in grande spolvero, supportato dalla notevole tecnica strumentale di un superlativo Pete Lesperance, e completata al meglio dal selvaggio drumming del cavallo di ritorno Darren Smith, eccellente sia come intrattenitore nello spettacolo generale, sia come singer nella classica riproposizione della storica "Sentimental BLVD". La scaletta viene incentrata, come del resto lecito attendersi, sui brani dell'appena ri-registrato "Mood Swings", senza però tralasciare altre perle dal classico sapore melodico come "Slowly Slippin' Away" e "Hard To Love", a cui viene affiancata la meravigliosa versione rivisitata di "HonestlY", in cui la pulita chitarra di Lesperance cancella senza rimpianti la mancanza del pianoforte presente nella originale studio version. Il concerto si avvia quindi verso la conclusione, non prima di aver regalato ai presenti una fantastica "Jealousy" eseguita in coppia dal duo Hess/Lesperance in sola modalità voce/chitarra, e con l'encore in cui non poteva mancare la graffiante "No Justice", accolta dal pubblico con un grande boato di approvazione. Inutile girarci intorno, gli Harem Scarem hanno dimostrato senza dubbio alcuno (sempre se ce ne fosse stato bisogno) che la loro qualità è di gran lunga superiore a quella di molte nuove bands del panorama rock melodico, e questo grazie ad un'amalgama sonora e personale davvero di elevato livello, cosa che li erge senza se e senza ma nell'Olimpo dei grandi del rock melodico d'annata. Ora attendiamo quindi il nuovo studio album, che come da indiscrezioni rivelatemi dai ragazzi della band, è attualmente in fase di sviluppo con il sognwriting dei primi brani che ne faranno parte.
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