BRUCE SPRINGSTEEN & THE E STREET BAND
Oramai i concerti di Bruce Springsteen hanno raggiunto una portata tale da essere fenomeni che uniscono mondi e culture in una devozione quasi religiosa. Mondi: quello vecchio (Europa, Vico Equense nella costiera sorrentina, patria dei nonni materni del Boss) e quello nuovo (New Jersey, per poi andare in ogni angolo del mondo). Culture: in Piazza del Plebiscito, come in ogni altro suo spettacolo, c'era gente che veniva da ogni dove, non tanto per l'uncità dell'occasione live, quanto per la cornice, che per il rocker aveva l'aria di casa e segnava la sua prima volta in una piazza. Per di più, Napoli ha sempre affascinato e continua ad affascinare nonostante mille problemi. Infine, la sensazione di avere a che fare con un mito la si avvertiva dalla fila in attesa dell'apertura dei cancelli e dalla circostanza che circa mezzo migliaio di persone hanno passato un paio di giorni attorno al luogo dell'evento, per partecipare agli appelli delle prenotazioni dell'ordine d'entrata tenuti dal fan club italiano Pink Cadillac. Non era previsto il pienone, non c'è stato tra i paganti, nonostante la piazza fosse quasi piena, alla faccia dei settanta euro di biglietto, che molti, stando ai limiti dell'area, hanno evitato di sborsare. Arrivando in mattinata davanti al Teatro San Carlo, abbiamo potuto essere "schedati" tra i primi mille. Il privilegio acquisito da quel numero di persone era un braccialetto che permetteva di entrare nel pit, anello vicinissimo al palco. Nelle altre date è stata effettuata invece una lotteria tra i possessori del biglietto, qui si è preferito darla vinta al fan più resistente. La pioggia attesa non si è manifestata nelle lunghe ore di accampamento, mentre attorno alle sei di pomeriggio un signore faceva il suo ingresso sul palco con chitarra acustica e armonica: prima sorpresa di Bruce che ha fatto volare il tempo e tutti noi sulle note di "This Hard Land" e "Growing Up". Una forma invidiabile. Da allora anche gli occhi dei meno svegli hanno iniziato a brillare, la piazza già in assetto da battaglia. Alle otto e un quarto tre fisarmonicisti hanno sfilato sul palco suonando una prozione di "O' Sole Mio", tutta la E Street Band in posizione. Springsteen ha subito raccolto un cartellone a forma di Sole e la folla era già in visibilio. Fin qui ("antipasto" pomeridiano escluso) fenomeni che possono caratterizzare ogni intrattenitore che si rispetti, dal pop in poi. Il fatto è che "Long Walk Home" in apertura ha creato subito un filo diretto con tutti, come se avesse voluto dirci che dopo sedici anni di assenza c'è stato il ritorno a Napoli e la storia continua esattamente dal punto in cui, nel 1997, al Teatro Augusteo, si era interrotta. Dal punto di vista musicale, non sappiamo quanti abbiano la forza di aprire con un brano dal proprio terzultimo album dopo che di dischi se ne sono fatti quasi venti. Invece sappiamo chi può essere capace di suonare per tre quarti d'ora abbondanti, senza mezzo minuto di respiro,inanellando una serie di canzoni dal tenore molto rock, a sessantatrè anni suonati. Ve lo diciamo noi: nessuno. Tranne lui, ovviamente. Sarà che gli vedevi le vene del collo piene di rock'n'roll pronto a travolgere i ventimila di Piazza del Plebiscito, sarà che correva per i settanta metri del palco con l'energia di un giovanotto, sarà che dal vivo anche brani standard come "We Take Care Of Our Own" acquisiscono forza, in ogni caso si rimane a bocca aperta. Gli "spiriti della notte" li abbiamo sentiti eccome, quando tra le richieste del pubblico ha scelto proprio "Rosalita", mai eseguita finora al centro della scaletta nonostante sia uno dei suoi brani più intensi, dedicata ad una "Rosie" che effettivamente era tra le prime file. "Wrecking Ball" era l'unione di anima e corpo con quella del proprio vicino, "The River" segnava il primo punto critico per la tenuta del condotto lacrimale, con le luci che si abbassano e l'armonica che stringe il cuore. La pioggia intanto ha iniziato a cadere a secchiate, ma nessun problema: Springsteen ha continuato con il suo ritmo, anzi, si è esposto all'acqua posizionandosi ai margini del palco, a due passi dalle transenne, non c'era pioggia che potesse fermare le scatenate "Shackled And Drawn" e "Pay Me My Money Down", con la band quasi al completo che sfilava davanti ai nostri occhi con fiati e coristi. Era necessario urgere ai ripari, quindi "Waitin' On A Sunny Day" ha fatto fermare la pioggia, in una versione che batte dieci a zero quella studio, non fosse altro che per un bambino, dal pubblico, chiamato sul palco a cantare il ritornello. Apoteosi. Obbligata poi la cover dei Creedence Clearwater Revival di "Who'll Stop The Rain". La scaletta è stata abbastanza equilibrata, ma non guardava troppo al passato con una "My Hometown" eseguita palesemente per rifiatare, dedicata a Vico Equense e poi a seguire tutti gli altri cavalli di battaglia. Per alcuni una minima delusione è stata l'assenza di stravolgimenti nella setlist. "Si dovrà pur fermare" è la frase che serpeggiava tra la folla, ma Springsteen sembrava inesauribile, soprattutto quando ha invitato a ballare una ragazza sul palco in "Dancing In The Dark" e un'altra ad imbracciare la chitarra acustica. Lo show continua, c'è stato il saluto agli amici che non ci sono più, Clarence Clemmons e Danny Federici, durante "Tenth Avenue Freeze-Out" e un Bruce che si faceva mattacchione giocando al microfono con un suo pupazzetto fatto dai fan. Si chiude con una strabiliante e ricchissima "Twist And Shout" (Beatles) che ha fatto ballare almeno mezza Napoli. Inchino, applausi... Ma il Boss ha detto qualcosa agli altri, doveva farne un'altra. Ancora. Imbraccia chitarra e armonica e "Thunder Road" è stato l'ennesimo momento commovente, forse il più intenso. Sono arrivate le undici e mezza senza che potessimo accorgercene: un trionfo e una giornata indimenticabile, per chiunque. Il solo ricordo porta brividi di piacere. Peccato per l'assenza di "Jungleland". Scaletta: O Sole Mio Long Walk Home My Love Will Not Let You Down Out in the Street Hungry Heart We Take Care of Our Own Wrecking Ball Death to My Hometown Spirit in the Night Rosalita (Come Out Tonight) The River Prove It All Night Radio Nowhere The Promised Land Pay Me My Money Down Shackled and Drawn Waitin’ on a Sunny Day Who’ll Stop the Rain? The Rising Badlands Land of Hope and Dreams _____________ My Hometown Born in the U.S.A. Born to Run Dancing in the Dark Tenth Avenue Freeze-Out Twist and Shout Thunder Road
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