ABORYM
L'ultima prova in studio 'Dirty' della formazione open source (nel senso che è aperta a molteplici collaborazioni), ma che mantiene il deus ex machina nel tarantino Fabban, ha dato vita ad un ibrido capace di fondere la techno (che poi si estrinseca sotto forma di ebm o di gabber) e il black metal. Un velo bianco (come quello delle spose) copriva il palco e donava un alone spettrale ai membri che si muovevano dietro di esso; Fabban di tanto in tanto faceva capolino dai due lati del palco per urlare tutto il suo astio e terminare le esecuzioni dicendo: siete dolcissimi (!!!). L'intro di presentazione del set non ha fatto altro che avvalorare questa tesi; finito il quale è partita una scarica di black oltranzista con basi gabber/EBM, e lo shock che ne è derivato è di quelli che non si dimenticano facilmente. Basi preregistrate sulla falsariga della svolta techno dei Samael, massacrantissimi pattern di batteria elettronica (che ricordano i Berzerker) salutano 'Dirty', affiancati da chitarre suonate al fulmicotone e addirittura assoli (che sono merce rara nel black metal). Per l'occasione il Dr. Fabban (laurea onoris causa in contaminazioni del black metal) si è fatto coadiuvare da due membri degli Hour Of Penance; i successivi "Irreversible Crisis" e "Across The Universe" hanno solcato il mare magnum delle sinfonie elettro gabber care agli svizzeri precedentemente nominati, con l'unica differenza della velocità d'esecuzione, in questa sede quintuplicata e supportata da altri assoli e mari di tastiere austere e monocromatiche, ma anche a mò di cantico di streghe ammalianti che stridono con la voce disturbante, potente e diabolica di Fabban a far da contrasto. La cover di "Terrible Lie" tratta da 'Pretty Hate Machine' dei Nine Inch Nails traspone tutta la cattiveria che il brano originale contiene nelle liriche, ma che non riesce ad esprimere con i suoni. "Roma Divina Urbs" è il culmine del concerto per intensità, magniloquenza, sinfonicità e per i versi declamatori che contiene. Pubblico sparuto e anche un po' esterrefatto (circa 70 persone); chiude il set "1977: Useless Utopia", strumentale di ispirazione Nine Inch Nails tanto da sembrarne quasi un outtake con l'utilizzo di quelle tastiere in dissolvenza. Show spiazzante per chi crede di avere qualsiasi tipo di convinzione prima di ascoltare questa band. Setlist: - Does Not Compute 1.2 - Dirty - Irreversible Crisis - Across The Universe - Bleedthrough - I Don’t Know - Fire Walk With Us - Terrible Lie (cover Nine Inch Nails) - Helter Skelter Youth - Roma Divina Urbs - 1977: Useless Utopia
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