A MELODIC ROCK NIGHT
Eventi come quelli di sabato sera al Grind House di Padova se ne contano davveri pochi in giro tra i locali del Bel Paese. Anzi, ad onor del vero, è probabile non se ne contino affatto. Parlo de "A Melodic Rock Night", festival che ha visto andare in scena Soul Seller, Wheels Of Fire, Alessandro Del Vecchio, Hungryheart ed i britannici Vega presso il club padovano di cui anche Hardsounds era partner. Una serata fortemente voluta ed organizzata nei minimi dettagli da MelodicRock.it e da Pierpaolo Monti (Shining Line, Charming Grace, Room Experience, Raintime), con la fervente partecipazione di Atomic Stuff e Street Symphonies di Stefano Gottardi e di molti altri "partner in crime" che hanno svolto un ruolo fondamentale per la riuscita di una serata strutturata e costruita grazie alla passione di chi ancora crede nei valori "sani" del rock. Senza dietrologia alcuna, sia chiaro, perchè è giusto portare a casa un compenso quando lo si fa per mestiere e si investono i propri risparmi, ma quando si raggiungono i risultati di sabato scorso con il solo scopo di tenere viva una scena, di continuare ad alimentare la famosa e tanto sbandierata "fiamma" che tutti vogliono vedere sempre accesa, ma in pochi muovono il culo e ci mettono davvero la faccia per trovare il carburante necessario per farla continuare a "bruciare", allora è altrettanto giusto mettere in chiaro ed evidenziare quanto sia fondamentale sopra ogni cosa la passione di chi ancora crede nella potenza espressiva e comunicativa della musica. Passione che si è poi insinuata anche tra chi ha risposto alla chiamata presenziando l'evento - trovando inoltre banchetto CD con tantissimi titoli, magazine dell'evento, la compilation "We Still Rock", ristampe Shining Line ed altri CD da non lasciarsi scappare - e nell'atmosfera generale che, si è visto poi, ha fatto la differenza una volta tirate le somme anche per quanto concerne le band coinvolte. Già con i Soul Seller era chiaro che tutto sarebbe girato nel verso giusto: nuovo album in uscita, nuove idee ed uno stile che va ad arricchirsi di varie sfumature rispetto al passato. Buona presenza scenica e formazione ben rodata hanno fatto il resto, garantendo il successo di una prestazione di ottimo livello. Stesso discorso per i Wheels Of Fire, uno monicker, un programma. Capitanati da Dave Barbieri, la band ha retto l'urto emotivo della serata con il suo hard rock in bilico tra il melodic rock ed il rock'n'roll classico di matrice statunitense. Brani roventi, melodie dalla presa immediata ed un tiro sottilmente stradaiolo hanno lasciato il segno. Dopo tanta elettricità ed altrettanto sudore - l'impianto di condizionamento dell'aria andato in tilt ha giocato un brutto scherzo a pubblico e band - è la volta di Alessandro del Vecchio in veste di ospite speciale. Il suo talento, la tastiera e la sua voce in una cornice intimista, quasi da camera. Quattro brani, uno in più del previsto, e tanta modestia - gente che ha raggiunto meno della metà dei suoi livelli si pavoneggia come se avesse seminato, raccolto e distribuito al mondo intero l'essenza madre del rock - hanno reso speciale l'esibizione stessa, che alla fine si è rivelata anche una sorta di "coming out", di confidenze e ringraziamenti tra amici che condividono lo stesso amore per la musica. Tanta attitudine in seguito con gli Hungryheart, gruppo navigato e giovane allo stesso tempo sia nel modo in cui approccia il palco, sia nel modo in cui la band ha vissuto il palco. Zighetti è un frontman di quelli che non abbandonano mai il pubblico, mentre Percudani, oltre a feeling da vendere, ha raggiunto livelli tecnici alla chitarra davvero entusiasmanti. Naturalezza, freschezza, voglia di divertirsi, un mix da fare invidia a tanti tromboni più blasonati. Infine, è la volta dei Vega, band che sfrutta al massimo la propensione "live" dei propri brani in studio. Tecnicamente band nella media, ma ha personalità e tiro, virtù che riscontriamo anche sul palco, spiccate al punto da rendere la propria performance quasi "bombastic". Il reportorio pesca da tutti gli album del gruppo albionico, brani che dal vivo maturano ancora di più, generando quella sensazione che dal parterre avverti come un assalto sonoro sulla propria pelle. Menzione particolare per Nick Workman, singer in grande forma, superlativo intrattenitore e professionista anche quando si creano alcuni "vuoti" nella sala perchè diversi astanti cominciano a boccheggiare per il troppo caldo, preferendo ossigenarsi all'esterno anzichè lasciarci la pelle a mezzo metro dal palco. Un set intenso degno di una serata che dovrà essere si ricordata, ma che non dovrà restare un evento a sè stante, e questo al di là delle prestazioni e delle band intervenute. Un festival è pur sempre un momento in cui si dovrebbe, ehm, fare festa, incontrare nuovi e vecchi amici, scambiarsi opinioni, bere in compagnia, cantare a perdifiato sotto al palco, parlare con le band e quant'altro ancora possa riservare una notte come questa. Beh, "A Melodic Rock Night" è stato tutto questo. Una notte speciale agognata, attesa, vissuta, amata.
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