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EUROPE

Certi gruppi sono come il barolo: più invecchiano e più diventano buoni. E questo è anche il caso degli svedesi più famosi al mondo: gli Europe. Tornati prepotentemente sulle scene con due ottimi lavori come "Start From The Dark" e l’ancora migliore "Secret Society", Tempest e soci hanno intrapreso da tempo tour su tour per riconquistare in prima battuta la parte più rock dei suoi fan. E gli stessi album fanno capire bene dove gli svedesi vogliono muoversi:granitico hard rock e poche concessioni agli (alle… dovrei dire) appassionati\e delle loro storiche ballad. Aprono le danze i toscani Mantra, forti di un ottimo platter come il recente "Hatebox", da cui sfornano le convicenti (tra le altre) "She", "Hard Times" e la meno recente "Family Man". L’incrocio tra Led Zeppelin e Audioslave esalta il pubblico romano che si fa coinvolgere dal “plantiano” frontman Jacopo Mille, fino a tributargli la doverosa ovazione. Da segnalare l’esaltante performance del batterista Senio Firmati, davvero molto bravo ( avrebbe fatto comodo anche al “gruppo successivo”!). Lungo cambio di palco ed ecco che gli autori di "The Final Countdown" arrivano sul palco proponendo subito estratti dagli ultimi due dischi. L’acustica ed i suoni peggiorano fin da subito (soprattutto la batteria) e ci vorrà qualche canzone per rimettere a posto il tutto. La band tiene il palco con esperienza e professionalità e non sembrano proprio passare gli anni per questi cinque svedesi che sciorinano un mix di vecchi pezzi, oltre ai già citati nuovi brani ("Let The Children Play" su tutte). "Superstitious"," Carrie", "Time Has Come", "Rock the Night", vengono proposte al pubblico in una veste in parte nuova ed accattivante, grazie a piccoli accorgimenti in fase di arrangiamento. Da segnalare l’ottima prova del tastierista Micheli, vera anima della band e di Norum guitar hero vero e proprio ( anche se in difficoltà sulle partiture di Kee Marcello). Ogni tanto cala l’intensità generale ed anche la voce di Joey Tempest, ma è giusto un attimo e la classe torna prepotentemente a farsi sentire. "Cherokee" nei bis prepara, poi, tutti all’esaltazione finale: "The Final Countdown" fa saltare e cantare tutto il Tendastrisce all’unisono e suggella un concerto intenso, prezioso e che ci restituisce una band che troppo ha dato e continua a dare al rock per poter scomparire. Ps:Tempo da lupi…pioggia , grandine grande come palle da baseball e freddo intenso hanno accolto tutti i fan al Tendastrisce di Roma: non sappiamo chi ringraziare per il raffreddore e l’influenza presa ( e con me altre centinaia di persone) grazie ad un entrata non coperta ed una lentezza IMMANE nel far affluire le persone all’interno della struttura.

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