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THE FORSAKEN

Prima di tutto congratulazioni per il vostro come-back. Beghe legali con la Century Media a parte, cosa è successo in questi ultimi nove anni? Grazie. E' bello essere tornati. Non abbiamo avuto veri e propri problemi legali con la Century Media, e devo dire che i rapporti si sono chiusi abbastanza amichevolmente. Si, siamo stati troppo lontani dalle scene ad essere onesti. Quando portammo a termine il tour di supporto a 'Traces Of The Past' ci ritrovammo a corto d'idee dopo aver composto tre album in tre anni. Così abbiamo rallentato l'attività creativa. Niente di programmato, è tutto arrivato da sè. Nel 2006 abbiamo lasciato la Century Media, ed ognuno di noi si è trovato nello stesso tempo a far fronte alle necessità della vita: famiglia, studi, lavoro e qualche altro breve progetto musicale. Ma non abbiamo mai congelato i The Forsaken dato che qualche sporadica gig l'abbiamo fatta, ed alcune parti di brani le abbiamo scritte. Poi nel 2010 abbiamo deciso di tornare in pista, riprendere in mani quei brani e comnciare a pre-produrli, cosa che ci ha portato a firmare un contratto con la Massacre Records. Alla fine eccoci di nuovo in scena. Questo lungo stop non ha intaccato il vostro approccio alla musica sia in termini di freschezza nei suoni, sia in termini di qualità compositiva. Quando l'idea di mettere su un nuovo album si è concretizzata veramente? Nel 2006 registrammo una demo di quattro brani, ma solo uno tra questi è finito su 'Beyond Redemption', e si tratta di "As We Burn". Il resto del materiale è stato composto nel 2011, motivo per cui l'album suano fresco ed attuale, ma con la dovuta rabbia. C'è da dire che siamo anche maturati come musicisti in questi anni, e non solo per quanto concerne le abilità tecniche, ma anche sul piano degli arrangiamenti e sul songwriting in genere. Com'è stato ritornare a registrare? Avete provato le stesse emozioni come durante le registrazioni del primo album? Le emozioni provate sono più o meno le stesse per tutti gli album. Riguarda la pubblicazione di una tua creazione per cui hai impegnato molto del tuo tempo, e molto sono stati gli sforzi soprattutto sul piano psico-fisico. Ovviamente il primo album ha un fascino particolare essendo la prima volta, allora eravamo molto giovani e con molti sogni da realizzare. Oggi invece l'esperienza è più realistica, e le aspettative che abbiamo volano molto basse rispetto a prima. Parlateci di chi ha lavorato nel backstage dell'album: produzione ed artwork di copertina. Siete soddistatti? Siamo estremamente soddisfatti della produzione. E' opera del nostro chitarrista Patrik Persson. Abbiamo prima registrato da soli tutte le parti dell'album, poi le abbiamo inviato ai "Fascination Street Studios" (Amon Amarth, Bloodbath, Opeth) per il mixaggio. Lo studio ha avuto mano libera durante il mixing in quanto noi non eravamo presenti, anche se abbiamo ascoltato i sample prima della fine del processo. E' stata una novità per noi lavorare in questo modo, ma ci ha soddisfatti a tal punto che continueremo su questa strada anche per il prossimo lavoro. L'artwork invece è opera di Gustavo Sazes, artista talentuoso il quale ha catturato alla grande l'essenza dell'album e lo ha tradotto in immagine. L'ultima decade della scena death metal svedese è stata nelle mani di band che hanno fatto della melodia il loro punto di forza, mentre il vostro album sembra andare nella direzione opposta, lontano da produzioni di gruppi come In Flames, Soilwork and Dark Tranquillity. La scena estrema si è sempre divisa in differenti campi, dall'aspetto più brutale a quello più melodico. Quest'ultimo ha avuto più successo in quanto la melodia raggiunge un'audience più ampia. A noi è sempre piaciuto essere brutali, nonchè essere legati al death metal old-school. Tutto sommato, però, abbiamo anche un approccio più melodico di molte altre death metal band della vecchia guardia. Che fine ha fatto Stefan Holm? Perchè ha lasciato la band? Quando nel 2010 abbiamo deciso di ritornare a fare sul serio lui non si sentiva motivato quanto gli altri membri della band. Nuovo album e tour non lo entusiasmavano. Ha lasciato la band in tutta tranquillità. Per noi è stata una grossa perdita sia in fatto di amicizia (membro fondatore del gruppo), sia in termini di songwriting dato che il materiale che ha composto è davvero grandioso. Il sostituto è Calle Fäldt, persona che alla fine si è rilevata vitale per noi perchè piena di entusiasmo e spirito d'iniziativa. Al di là di band famose come Entombed e Dismember, la scena svedese ha generato cult death metal band come Excruciate, Goremenr, God Macabre e Necrony. Conoscete questi gruppi? E con quale band vi sarebbe sempre piaciuto eventualmente collaborare? Non conosciamo queste band, e di conseguenza non abbiamo mai avuto modo di entrarci in contatto. Comunque è evidente che diverse band che si rifanno all'old-school death metal qui in Svezia stanno diventando di nuovo parte integrante della scena estrema. Ad ogni modo, ora che hai nominato queste "nuove" band, avremo modo di dare loro un ascolto...(ridono, ndr). Nel 2001 lo show business era florido ed in salute, mentre internet era agli albori. Oggi invece è il contrario. Il downloading illegale ha preso il sopravvento sull'acquisto della musica. Quanto pesa per voi l'avvento di internet rispetto a quando avete iniziato? Generalmente penso sia sbagliato "rubare" il prodotto di persone che vi hanno investito denaro e tempo. Tuttavia non siamo bacchettoni, e crediamo che ognuno possa scegliere come procedere, anche perchè l'evoluzione del web è inarrestabile. Per piccole band come noi il downloading è un modo per farci conoscere in modo più capillare, e magari a chi piace davvero il disco poi alla fine lo compra. Cosa pensate dei festival estivi? Preferite esibirvi davanti a vaste platee e per solo 30/40 minuti, oppure meglio i club dove è possibile proporre una parte impotante del vostro repertorio? Entrambi hanno il loro fascino. I club sono cool in quanto sei a contatto diretto con il pubblico, e lì band e fan diventano tutt'uno. D'altro canto, però, i festival ti danno la possibilità di raggiungere un'audience vasta dove probabilmente molti ancora non hanno ascoltato una sola tua nota. Poi certo, effettivamente trenta minuti sono pochi per suonare tutto quanto vorresti, ma forse sono anche sufficienti per chi ascolta per farsi un'idea precisa su quanto sta ascoltando. Immagino ci sia un tour in vista, no? Al momento non abbiamo programmato niente. Per noi è davvero difficile intraprendere un tour sia sotto l'aspetto finanziario, sia sotto quello delle responsabilità dato che tutti noi abbiamo un lavoro ed una famiglia da seguire. E se nessuno ti supporto a livello economico, allora è dura programmare le date. Comuqnue ne stiamo discutendo, e sai mai cosa potrebbe accadere. Magari un bel tour europeo... Concludete pure l'intervista in totale libertà... Grazie per l'intervista e per il supporto. Sperando che il nostro disco piaccia a tutti i metalhead italiani!

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