TESSERACT
Abbiamo incontrato la band britannica nel giorno della loro data romana al Traffic Club. In particolare abbiamo fatto una chicchierata con il chitarrista James Monteith, persona molto alla mano e disponibile che ha voluto trascorrere con noi anche il post concerto. A dimostrazione del fatto che i Tesseract sono una band genuina, che bada al sodo e suona musica "tecnica", ma ispirata.
Adesso che Polaris è in commercio da un po’ di mesi, cosa ne pensi, e qual è stata la reazione della critica e dei fan? Ne siamo tutti molto contenti. L’album è davvero piaciuto tanto. Sia la critica, sia i fan sembrano soddisfatti! Sinceramente, mi aspettavo una reazione positiva, ma non così tanto! La cosa comunque ci fa molto piacere.
Il vostro suono sembra maturare di album in album. 'Polaris' vi ha portato verso una dimensione musicale un po’ più accessibile, con atmosfere e riff più eterei e meno ritmici. Pensi che i vostri fan di vecchia data abbiano accettato completamente questo cambiamento, o che tutto sommato preferiscano ancora i vostri momenti più heavy? La maggior parte della gente è soddisfatta della nostra evoluzione sonora. Cercavamo di sviluppare un suono un po’ differente, perché è davvero difficile essere originali nello stile. Tutto sembra copiato; sia per la produzione, sia per la voce, nonchè per i ritmi. Abbiamo fatto un gran sforzo sia per la composizione dei brani, sia per il loro suono. Acle (Kahney, chitarrista e compositore della maggioranza dei brani, NDR), avendo una precisa direzione, come al solito ha contribuito anche alla produzione ed al mixaggio dell’album. Grazie a 'Polaris' molta gente che prima non ci ascoltava, ora ha scoperto la nostra musica e ha cominciato a rispolverare i nostri lavori precedenti.
Pensi sia corretto dire che sia i Pink Floyd e gli ultimi lavori un po’ più commercial dei Deftones abbiano influenzato il modo in cui componete musica e l’interazione tra voce e strumenti? Certamente, Dave Gilmour e la musica prog degli anni '70 ci hanno influenzato parecchio, soprattutto nelle melodie e nel modo di cantare. Non molta gente se ne accorge. Di solito i fan si accorgono delle influenze più ovvie come i Meshuggah, ma non di queste.
Ci sono elementi che vorresti cambiare in 'Polaris'? Oppure sei completamente soddisfatto di tutto? Per la maggior parte sono contentissimo del prodotto finale, pero’ non mi piace molto il modo in cui comincia "Phoenix". Mi sembra le servisse qualcos’altro. Ma live il brano funziona ed alla gente piace, e questo mi basta.
Ultimamente vi siete accasati con la K Scope Records, famosa etichetta progressive…Si, ne siamo molto contenti. Hanno dimostrato di essere gente dalla mentalità aperta, e senza nulla togliere alla Century Media, penso siano anche più indicati data la nuova direzione che abbiamo intrapreso. Ci hanno lasciato controllo totale, sia parlando della musica, sia del packaging. Ci hanno dimostrato di aver piena fiducia in noi, e penso sia stato un cambiamento in positivo.
Adesso che siete compagni di etichetta, a quando una collaborazione con Steve Wilson? Dipende se possiamo permettercelo [riede, ndr]. Non so quanto sia fattibile al momento, ma sarebbe fantastico, perché molti di noi amano la musica dei Porcupine Tree.
È risaputo che Acle è il principale compositore dei brani; pensi che con il tempo sia disposto a mollare le redini e dare anche a voi più spazio per le vostre idee e permettervi di contribuire maggiormente alla stesura dei brani? Se ci pensi, sembra proprio che questo abbia permesso ai Periphery di migliorare parecchio nei loro ultimi lavori. Hai ragione. Non lo escluderei, perché Acle è sempre molto disposto ad ascoltare suggerimenti ed idee. Nonostante sia il compositore principale e la mente del gruppo, tutti quanti apportiamo un certo contributo al prodotto finale, anche nel packaging, distribuzione, suono e copertina del disco. Ma come dici tu, potrebbe essere una svolta interessante! Mai dire mai!
La maggioranza di chi vi segue è basata negli USA ed in Inghilterra. Pensi che il resto dell’Europa finalmente abbia raggiunto i livelli dei vostri mercati principali? O pensi che in certi paesi il vostro numero di fan non sia sufficientemente alto da permettervi di passare anche da quelle parti? Sicuramente gli Stati Uniti sono il nostro maggior mercato. In Europa ci hanno messo un po’ di più, ma sembra che finalmente abbiamo raggiunto un livello sufficiente di fan per intraprendere tournee anche qui. In Inghilterra mai avuto problemi di fan, i nostri concerti davano quasi sempre il tutto esaurito. Direi che il maggior problema a questo punto non sono i fan, ma organizzare il tour, visto che viviamo tutti in posti differenti, e Mos [bassista, ndr] vive addirittura a Shangai! Ci prepariamo duramente a casa, poi c’incontriamo in sala prove un paio di volte prima di intraprendere il tour!
Che canzoni suggeristi di ascoltare a chi vuole ascoltare i Tesseract per la prima volta? Difficile a dirsi, ma potrei dirne tre. Se una persona ascolta molto metal suggerirei "Concealing Fate Pt1". Se ascoltassero prog suggerirei "Exile", e se ascoltano musica più commerciale direi "Survival" per le sue sfumatura alquanto "pop".
Durante i tour ci sono stati episodi nei quali discutevate cosi animatamente che stavate per fare a botte? Non so, magari discutendo su ragazze, musica, birra? Ragazze non direi, tre di noi sono sposati e Jay è scapolo. Però litighiamo a morte sul cibo da mangiare quando andiamo in tournee. Acle è davvero troppo schizzinoso quando si tratta di cibo!
Chi di voi è il party animal del gruppo, adesso che tre di voi sono sposati? Hahaha, direi io e Jay [Postones, batterista. ndr]. Mi piace bere una birra, o dieci!
A questo punto ci sono band con le quali vorreste suonare almeno una volta? In passato avete suonato con i Periphery ed i Monuments, pensi che un’altra collaborazione con questi gruppi sia possibile? Beh, noi siamo tutti molto amici, e sicuramente succedera un’altra volta prima o poi. Ultimamente stavamo corrispondendo con i Periphery per vedere di far una tournee insieme, ma sembra abbastanza difficile per via dei nostri calendari parecchio differenti. Penso comunque che la band con la quale vorrei andare in tour almeno una volta sono i Tool. A parte Acle, tutti quanti siamo fan sfegatati del gruppo.
Momenti del tour dove avete rischiato la pelle? Si, ce ne sono stati parecchi! Stavo bevendo una birra in Russia nella stazione e mi hanno quasi arrestato. Il poliziotto mi ha sequestrato il passaporto e mi ha trattenuto. Sembra che bere alcool in stazione sia illegale. Un amico che parla russo gli ha parlato e lo ha convinto a non farlo, ma poi ha riprovato ad arrestarmi perche’ le mie scarpe erano troppo logore e ha detto che sembravo un barbone!
In chiusura, cosa vorresti dire ai vostri fan Italiani? Grazie dell’ospitalità e del supporto che ci avete offerto, e se non ci avete ancora ascoltato, fatelo adesso!
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