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TAURED

Scienza, fantascienza e mistero sono i cardini principali del debutto discografico dei varesini Taured. Un lavoro omonimo interessante che, attraverso sonorità prevalentemente post-rock, cercano di tradurre in musica delle storie che, partendo da fatti realmente accaduti, prendono poi una piega al limite dell'umano. Uno dei chitarristi della band, Vincenzo Morreale, ci spiega di cosa parla 'Taured' e della passione per questi eventi perennemente in bilico tra realtà e finzione.

Ciao Vincenzo, e benvenuti su Hardsounds.it. Raccontaci come è nata la band, dato che il vostro nome sembra risultare particolarmente nuovo nel circuito, e come siete arrivati alla pubblicazione del vostro album omonimo. Innanzi tutto grazie a te e a tutti i lettori di Hardsounds.it per averci dato questo spazio. La band si è formata nel 2018 sulle rive della sponda magra del Lago Maggiore. Praticamente fra i monti della provincia nord di Varese e il lago. Già esserci formati in questo paesaggio è abbastanza “evocativo e misterioso” e a modo suo ben si concilia il nostro modo di suonare. Fra l'altro se non siete mai stati qui vi consiglio di farci un giro appena si potrà perché ne vale la pena... L'idea è nata da me (sono una delle due chitarre) e l'ho potuta sviluppare grazie agli altri miei tre “soci” ovvero Jacopo (basso), Davide (chitarra) e Daniele (batteria). Loro sono un trio molto affiatato dato che suonano insieme da molti anni con tanta determinazione e costanza. Diciamo che ad un certo punto mi hanno cercato per una collaborazione di tutt'altro genere terminata la quale sembrava che le nostre strade si sarebbero dovute dividere. Invece in quel momento ho “tirato fuori dal cassetto” quest'idea che mi girava per la testa da alcuni e anni e... siamo arrivati qui.

L’album suona prevalentemente post-rock, con sfumature e pizzichi psichedelici. Questo sound fa parte del vostro background musicale, anche in fatto di influenze? Il post-rock è un genere che ci trova tutti più o meno d'accordo e che fa parte dei nostri ascolti presenti e passati. Però è anche vero che io sono più per le sonorità heavy dello stoner e del doom e ho un background metal, alternative e classic rock. Jacopo è più per il post-rock, certi artisti italiani e un certo tipo di elettronica. Daniele è appassionato di alternative metal, sludge e hardcore. Davide spazia fra tantissimi generi, persino il rock blues alla Joe Bonamassa...

Il tema che sembra essere dominante nell’album è la vostra passione per la fantascienza e per i misteri che si celano dietro a storie a cavallo tra il serio ed il leggendario. Come avete sviluppato le storie che sono poi tramutate in musica? Erano già frutto delle vostre conoscenze passate, oppure le avete studiate appositamente per il disco? Il concept di 'Taured' è nato con “Lake Vostok”, il brano che abbiamo dedicato all'Antartide. Avevamo bene in mente la vicenda della spedizione russa che si è occupata della trivellazione. A quel punto abbiamo scritto un vero e proprio storyboard come si fa per i film e ci siamo immaginati, romanzandola, la storia di un fantomatico scienziato che si oppone inutilmente alla trivellazione del lago perché teme un disastro (inevitabile) che puntualmente arriva nel finale di canzone. Il resto delle storie sono state selezionate in funzione di questo “viaggio immaginario” fra continenti e includono fatti del passato più remoto (ad esempio “Monolith” che parla di Ayers Rock in Australia – una presunta “seconda luna terrestre”), l'incidente di Tunguska del 1908 che abbiamo messo in correlazione con la torre Wardenclyffe di Tesla) o la vicenda ufologica di Pier Fortunato Zanfretta accaduta in provincia di Genova alla fine degli anni '70. La maggior parte di queste storie (e molte altre) già le conoscevamo da anni fra libri, film e info apprese sul web da veri nerd (ride). Pensa che abbiamo creato una sorta di database con più di 50 “storie misteriose” di cui parlare e che sicuramente utilizzeremo per i prossimi lavori in studio.

Ascoltando l’album e leggendo la descrizione dei brani, sembra esserci connessione e fedeltà tra musica e fatti raccontati. In studio, come si è creata questa connessione? Il nostro metodo come ti dicevo è molto “cinematografico”. Ci immaginiamo sempre una storia con dei luoghi e dei personaggi dividendo in fasi le nostre canzoni. Di solito prima di scrivere un brano ci ripetiamo la storia e partiamo da un suono o da un riff per poi costruirci intorno tutto il resto. C'è la dimensione della jam ma anche la parte dove si ragiona tutti insieme su cosa fare. Sembra complicato ma poi alla fine quando entri nel “mood” giusto arriva tutto in modo naturale.

Copertina di 'Taured', album autoprodotto uscito il 30 ottobre 2020
 

Le storie percorrono praticamente tutti i continenti, persino l’Antartide. Una di queste è avvenuta proprio in Italia. Ce la puoi raccontare, se non l’hai già fatto prima? Altrimenti, posso chiederti se è un fatto che potrebbe capitare anche a due passi  da te, pur nella sua stranezza? E' una storia alla quale siamo particolarmente affezionati. Non saprei dirti bene come mai. Ci ha subito coinvolto perché crediamo nella buona fede del personaggio almeno per i primi fatti che ha vissuto. In breve, la vicenda parla di un metronotte che alla fine degli anni '70 durante un giro di perlustrazione nelle colline genovesi pare abbia avuto degli incontri ravvicinati del terzo tipo con degli esseri alti più di tre metri. La cosa che ci ha affascinato studiando attentamente il caso è che pare che non ci siano degli elementi contraddittori nel suo racconto (si sottopone a diversi ipnosi regressive fra le quali una la potete sentire ad inizio brano). Vi invito ad approfondire il caso, bisognerebbe dedicargli davvero molto spazio.

Nella stesura del disco, c’era qualche altra vicenda che poi non avete avuto modo di inserire? In realtà no, perché volevamo proprio fare un concept sui continenti del pianeta Terra. Forse sarebbe stato bello anche trattare un mistero legato al nostro satellite naturale (e ce ne sarebbero) ma non escludiamo di farlo in futuro.

Che connessione c’è tra l’essere umano raffigurato in copertina, che sembra essere in preda a molteplici turbe, e le storie raccontate nel disco? La bellissima cover è stata realizzata da Jessica Rassi (Jj Farfante Art Lab – Genova) e ritrae idealmente il momento del ritorno alla propria dimensione dell'uomo di Taured.

Secondo te, come si comporterebbe l’attuale italiano medio di fronte a queste storie? Onestamente non saprei. Ti dico chiaramente che in giro c'è molta speculazione attorno a questi “misteri” nel senso che ci sono fanatici al limite del disturbo mentale che credono a cose assurde al di fuori della realtà. Io stesso a volte in certi gruppi sui social resto di stucco a leggere certe cose frutto di una fantasia che definirei diplomaticamente “esagerata”. L'italiano medio non credo che approfondirebbe i discorsi che tocchiamo nel disco. Forse apprezzerebbe la sola musica ma senza cercare la connessione con il messaggio che vogliamo trasmettere, chissà.

In futuro, quali altre tematiche pensi siano adatte al vostro stile musicale? Proseguiremo con altri concept raccontando altri “misteri”. Qualche idea su cosa già c'è ma non voglio anticipare nulla per il momento.

Vincenzo Morreale
 
Attualmente, come reputi la scena musicale del vostro contesto musicale, quello della provincia varesina? C’è vita oltre a voi e ai Threestepstotheocean?I Threestepstotheocean sono una gran bella realtà che c'è da parecchio tempo. Qui le proposte davvero non mancano. Forse quello che è mancato negli ultimi anni è stata una cosiddetta “scena” più coesa ma forse è anche sintomo dei tempi che cambiano. Dopotutto Varese non è mai stata come le altre grandi città italiane. Spesso abbiamo sofferto di pendolarismo artistico/culturale verso Milano, anche se diverse belle proposte ci sono sempre state e (spero) ci saranno anche in futuro.

Produrre e registrare un disco in questo difficile periodo come è stato per voi, tra l’altro in maniera del tutto indipendente? Penso che siamo stati molto fortunati. Prima di tutto perché abbiamo valorizzato le nostre differenze generazionali (ebbene sì, io sono il “vecchio” della band) e abbiamo fatto squadra davvero bene (con anche Massimo Bontempi dietro al mixer). L'altra fortuna è stata avere praticamente lo studio in casa (il Redfish di Daniele) e la mia passione maniacale per le chitarre e per il suono (ho fatto il backliner per qualche nome importante e poi - lo ammetto - è davvero una “malattia” (ride)). Il disco è stato registrato lo scorso gennaio 2020 ma per colpa del casino che tutti conosciamo ha ritardato così tanti mesi. Per il resto l'autoproduzione è stata una scelta perché ci era stato anche proposto un contratto ma per questo lavoro volevamo provare a fare tutto da noi. E quando dico “tutto” fidati che è stato praticamente tutto.

In conclusione, esprimici un motivo valido per convincere gli ascoltatori a conoscere i Taured. E in più, riesci a consigliare un film/libro/whatever per gli appassionati di fantascienza tra di noi musicofili. Consiglio 'Taured' a chi è attratto dalle storie misteriose e a chi piace “viaggiare con la mente”. Come serie ovviamente consiglio 'X-Files' (magari per i più giovani che non lo conoscono, anche i due film non sono male), poi sicuramente le serie Fringe, Zero Hour e ovviamente Dark. Come libri, oltre a qualsiasi cosa di Philip Dick, anche “Il caso Zanfretta. La vera storia di un incredibile fatto di cronaca” di Rino Di Stefano se volete approfondire la storia che raccontiamo in quel brano. L'altra cosa che vi consiglio, per creare l'atmosfera giusta all'ascolto di 'Taured', è di farvi un giro fra quei siti di misteri del web “unopuntozero”. Magari statunitensi, magari finto deep web. Ci ho passato delle serate incredibili...

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