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SYMPATHY

I Sympathy sono un gruppo che col passare del tempo è cresciuto sempre di più. A partire degli primi anni 90, Dharok (il mastermind della band) ha evoluto il sound del gruppo, mescolando musica violenta con tematiche spesso inerenti alla religione cristiana fino diventare uno dei gruppi più importanti nel panorama del “White-Metal”. 1. Ciao ragazzi, visto che non tutti i nostri lettori conoscono i Sympathy, volevo chiedervi una breve presentazione del gruppo. Salve. Mi chiamo Derek (Dharok). Ho fondato i Sympathy nei primi anni 90. Ultimamente però ho chiesto a due musicisti che rispetto molto di unirsi ai Sympathy. Così adesso il gruppo è formato da me, Jeff Lewis alla chitarra e Jim Austin dietro le pelli. Prima di “Anagogic Tyranny” ero io l’unico responsabile sia per la musica che per i testi. Nell’ultimo album invece, la musica di ben 4 canzoni è stata composta da Jeff. Quando scrivo testi, voglio semplicemente raccontare una storia. I Sympathy non parlano di tematiche specifiche. 2. Nonostante il genere principale dei Sympathy, ovvero il Death metal, ho notato parecchie influenze derivanti da altri stili come dal Black, dal Thrash ma si sentono anche parti sperimentali. Quali sono le vostre influenze? Le mie influenze principali derivano dal Death e dal Black metal. Il mio gruppo preferito da sempre sono i Suffocation e credo che la loro influenza sia chiaramente percepibile nella mia musica. Jeff direbbe che la sua influenza più importante sono i Cannibal Corpse e i Testament. Jim citerebbe sicuramente i Death e i Dream Theater. Si può dire che i Sympathy sono un gruppo con influenze molto variegate: Progressive, Thrash e Death. Il risultato secondo me è un sound molto interessante. 3. I Sympathy esistono dai primi anni 90. Come si è evoluto il vostro sound col passare degli anni e cosa è rimasto uguale? Il sound è cambiato molto. Quando ho fondato il gruppo eravamo più una band Thrash o Heavy metal. Col passare del tempo, la line up è cambiata e ho cominciato ad ascoltare musica sempre più pesante. Intorno al 1995 ascoltavo e suonavo praticamente solo Death metal. Inizialmente usavamo molto più le tastiere, cosa che diminuiva con ogni album. Inoltre, con ogni uscita, il nostro stile è diventato sempre più tecnico ma quello mi sembra un’evoluzione naturale. All’inizio i Sympathy non erano molto aggressivi, nè veloci. Ora le cose sono cambiate. 4. I vostri testi sembrano parecchio differenti da quelli di altri gruppi Death metal. Ci potresti spiegare le tematiche principali e il messaggio che vorresti inviare (ammesso che ce ne sia uno)? Beh, il mio intento è di creare qualcosa che sia bello e brutale o allo stesso momento. Anche se amo gruppi con riff potenti e aggressivi, le band che adoro di più sono quelle che mi inducono a riflettere. Ed è proprio quello a cui aspiro: scrivere testi che non siano comprensibili dal primo ascolto. Siccome la musica è brutale, anche i testi devono esserlo. Infatti scrivo dei testi cupi e violenti ma occorre un po’ di riflessione per capirli. Vi posso assicurare che nei miei testi non c’è alcun tipo di messaggio. La mia intenzione è comunque di migliorare il mondo attraverso il mio lavoro. font> 5. Il nome Sympathy è un nome piuttosto atipico per un gruppo Death metal, che di solito trattano di odio, morte, sangue o satanismo. Come mai questa scelta? Sono un grande fan della musica classica e in particolar modo di Richard Wagner. Lui una volta scrisse che la musica riesce a trasmettere il suo significato come nessun’altra forma d’arte e che parla alle persone senza fare appello al loro intelletto. Questo lui lo chiamava “ascolto congeniale” (in inglese “sympathetic listening”) Se non ricordo male, è da li che ho preso il nome Sympathy. 6. C’è un gruppo in particolare che ti ha spinto a suonare questo tipo di musica? I Suffocation. Il loro album “Pierced from Within” mi ha cambiato la vita. Ancora oggi penso che sia il miglior album Death metal mai registrato. 7. Nel passato usavi una drum machine. Ora collabori con Jim Austin. Come nasce questa collaborazione e com’è suonare con Jim? É da molto tempo che sto in contatto stretto con Jim e i ragazzi degli Into Eternity. Andavo regolarmente ai loro concerti ed ero un grande fan del gruppo. Ho conosciuto Jim perché dava lezioni di batteria nella stessa scuola nella quale io insegnavo teoria della musica. Siccome avevo bisogno di un batterista, gli ho chiesto di aiutarmi; era più che predisposto. Trovarmi a fianco un drummer con così tanta esperienza sia nel campo live che nel recording è stato un bella esperienza. 8. Nell’ultimo album c’è anche lo zampino di Jeff Lewis (Mortification, Abolishment of Hate). Che effetti ha avuto la vostra collaborazione sul sound dei Sympathy? Beh, Jeff ha scritto la musica per 4 canzoni, ha composto tutti i soli e ha aiutato con gli arrangiamenti di tutti i pezzi; ha avuto una grande influenza sull’album. Credo che il fatto di avere al mio fianco un chitarrista così esperto mi ha spinto a suonare meglio e nel contempo sono riuscito ad ampliare le mia capacità tecniche. Ora che abbiamo scritto un album insieme, il prossimo sarà sicuramente ancora più forte. 9. Qual è stata la tua esperienza più importante sul palco? C’è un gruppo in particolare con il quale vorresti condividere il palco? È passato talmente tanto tempo dall’ultimo concerto dei Sympathy che faccio fatica a ricordarmi con chi abbiamo suonato; sarà stato nei primi anni 90. Se potessi scegliere un gruppo mi deciderei ovviamente per i Suffocation. Stare sul loro stesso palco sarebbe un vero e proprio onore per me.

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