Quando i mostri sacri pubblicano qualcosa di nuovo è sempre un evento per il popolo del metal ma in particolare per chi ne scrive, come il sottoscritto. Sia pure a livello strettamente regionale (ma in questo non siamo troppo d'accordo) gli inossidabili Sadist rientrano nella categoria di cui sopra, ed è con questo tatto che si è parlato, mesi fa, della nuova fatica. Adesso però l'immenso (in tutti i sensi) Trevor ci ha rivelato le sue impressioni in una simpatica chiacchierata col sottoscritto.
Bentornati alle scene ragazzi. Dopo l'ottimo 'Sadist' ecco qui 'Season In Silence'. Cosa ci dici riguardo alla creazione e alla produzione dell'album?
Con ‘Season in Silence’ abbiamo ripreso la strada interrotta ai tempi dell’uscita di ‘Sadist’ del 2007, stilisticamente i dischi si avvicinano anche se per la nostra ultima release abbiamo voluto usare suoni più cupi e dark visto e considerato il concept, incentrato sulla stagione più fredda dell’anno e sui colori che accompagnano la stessa. ‘Season in Silence’ è un album molto cattivo riconoscibile attraverso un unico denominatore ‘Metal’! Per quel che concerne la produzione siamo entrati nei nuovissimi ‘Nadir Studios’ subito prima di fine anno e con grande energia, era da tempo che aspettavamo quel momento, le sessioni di registrazione sono durate circa un mese dopodiché Tommy ha dedicato tutto il tempo necessario alla fase di mix, in questo devo fargli i miei più sentiti complimenti: ha svolto un gran lavoro, il disco suona davvero bene, è venuto fuori quello che volevamo, un album cattivo, potente ma al tempo stesso pulito e naturale.
Personalmente, ho trovato l'album tecnicamente molto, molto accurato, ma con una marcia in meno ai lavori precedenti, diciamo in un certo senso più dispersivo. Puntare maggiormente su aspetti tecnici è stata una scelta precisa?
Trovo che ogni album dei Sadist necessiti di più ascolti. La nostra musica richiede diversi accurati ascolti prima di entrare nella testa dell’ascoltatore e onestamente accostare un album all’altro è cosa davvero difficile visto che ognuno di essi gode di suoni e scelte artistiche differenti. I Sadist possono spiazzarti, sperimentare e cercare soluzioni nuove ogni volta è qualcosa che ci diverte molto.
Personalmente la trovo una gran cosa, i dischi che ti catturano da subito gran parte delle delle volte fanno anche troppo presto ad essere dimenticati, non credo sia un male trovare dopo diversi ascolti sfumature non colte ai primi ascolti.
'Season In Silence' ha delle sonorità piuttosto oscure, come detto prima. Ci dici qualcosa in più del concept?
Sono molto legato a quest’album, gli ultimi due anni della mia vita li ho in parte dedicati al suo concept. Come dicevo poc'anzi le tematiche sono unicamente incentrate sull’inverno, sulla neve, sul freddo e sulla freddezza dell’uomo vista attraverso la poca stima dimostrata dall’umanità nei confronti della natura. Ho la fortuna di vivere a stretto contatto con la natura più selvaggia, immerso tra i fitti boschi della mia valle, amo alla follia questi posti e privarmene sarebbe davvero impensabile. E' come una malattia inguaribile, una sorta di dipendenza. Ho voluto tributare la mia terra ed oltre alle liriche ho curato tutto l’artwork e la fotografia, anche se al momento di chiudere il lavoro mi sono affidato ad una delle persone più competenti del nostro paese, il grafico e grande amico Davide Nadalin di Nerve Design. La neve negli ultimi due anni non è certo mancata e ad ogni nevicata scattavo foto, prendevo appunti, sono davvero orgoglioso del risultato.
Quali sono state le reazioni di pubblico e critica? Ritieni l'album stia andando bene?
'Season In Silence' sta ottenendo ottimi risultati sia in Italia che fuori. In Germania ad esempio ha sfiorato il massimo dei voti sui magazines più importanti: Metal Hammer, Rock Hard, The Legacy e anche in Paesi quali Francia, Rep. Ceca, Olanda e Finlandia devo dire che l’album gode di un ottimo responso. Considerando che in certi posti il disco deve ancora uscire o è uscito da pochissimo non possiamo davvero lamentarci del riscontro. Nel nostro Paese la reazione è più che buona addetti ai lavori e pubblico hanno risposto alla grande, da parte nostra dobbiamo solo pensare a crescere in sede live facendoci trovare pronti agli appuntamenti dimostrando promuovendo al meglio quello che sono i brani del nuovo album. Per quanto riguarda le vendite è troppo presto parlarne oggi, ci risentiamo più avanti.
Dopo tutti questi anni di permanenza nella scena italiana cosa ci dite a riguardo? Quanto è cambiato in questi anni? Cosa ne pensate dei trend attuali?
Credo che le cose siano leggermente cambiate in meglio. Tra le band più giovani ci sono davvero ottime realtà e anche per quel che riguarda tutto ciò che si muove intorno alla musica sono stati fatti notevoli passi avanti, dagli studi di registrazione, alle agenzie, ai club ma non dobbiamo fermarci qui, la strada è ancora molto lunga. Internet offre importanti opportunità, se si pensa solamente a non troppi anni fa quando solo per ottenere un’intervista dovevi passare un’ora forse due al telefono, usata in maniera costruttiva credo che la rete può essere di grande aiuto. Senza nessuna presunzione mi permetto di dare un consiglio ai più giovani: cercate di aiutarvi, unire le forze non è affatto una cosa negativa.
Uno sguardo alla scena italiana...
Attraverso Nadir Music ho la fortuna di lavorare giornalmente a stretto contatto con tutto quello che riguarda la scena musicale hard’n’heavy di casa nostra e devo riconoscere che spesso mi trovo davanti a band che meritano grande attenzione. Per fortuna l’Italia non è solo terra di pop o musica leggera, sarebbe davvero triste se fosse così, ci sono ottime band alcune di queste sono ormai è da diversi anni che godono di popolarità, mentre altre sono quasi new entry. Non vorrei essere scortese e dimenticarmi qualcuno, ma tra le tante vorrei ricordare Dark Lunacy, Infernal Poetry, Coram Lethe, Hour Of Penance, Elvenking, Secret Sphere. Tra quelle più 'nuove? direi: Nerve, Bad Bones, Subhuman, Lunarsea etc... questi sono soltanto alcuni dei nomi, la lista è certamente più nutrita, ci sarebbe da soffermarsi a lungo. Purtroppo dobbiamo ancora migliorare in tutto quello che si muove intorno alle band a partire dalle etichette discografiche, alle agenzie, ai locali, stiamo migliorando ma la strada è ancora lunga e non dobbiamo mollare, mentre il consiglio che posso dare ai più giovani è di unire le forze imparare dai popoli del nord, con l’unione tra le loro band sono andati molto lontano.
Cosa ci raccontate dell'esperienza dell'Italian Gods Of Metal?
Come per le altre precedenti edizioni anche questa volta è stato molto emozionante incontrare amici di vecchia data che non vedi da tempo, è sempre un piacere ritrovarsi, è qualcosa che va oltre la musica. Essere sullo stesso palco con la Strana Officina o con i Labyrinth o con gli Extrema è molto difficile ma grazie a questo festival tutto ciò è possibile. Abbiamo vissuto in maniera particolare quest’ultima edizione del resto era il primo concerto di supporto al nuovo album, da una parte c’era la voglia di fare del nostro meglio dall’altra la curiosità di vedere come il nostro pubblico avrebbe risposto ai nuovi brani, anche se era il primo assoluto ascolto le anteprime delle canzoni estratte da 'Season in Silence' hanno ricevuto un ottimo responso.
E poi che dire ho avuto l’occasione di rivedere dal vivo gli Skanners, una band che seguo dai primi anni 80...
E a proposito di concerti, avete già delle date pronte? Riguarderanno anche l'estero?
Nutriamo grande stima e fiducia nelle capacità della nostra agenzia di booking (Live in Italy) e sappiamo per certo che come si suol dire ‘il bello deve ancora venire. Al momento sono stati confermati diversi Metal Meeting estivi sia in Italia che in Europa, tra questi il Gods of Metal, il Metal Fest in: Ungheria, Germania, Austria, il Metal Camp in Slovenia e poi, notizia dell’ultima ora, saremo di scena anche nei prestigiosi ‘Hellfest’ in Francia e ‘Brutal Assault’ in Rep. Ceca. Mentre per quel che riguardo l’autunno è in via di conferma un lungo tour europeo e altri tour sono previsti nei paesi dell’est, carne al fuoco ce n’è davvero molta. Per quel che concerne il tour nei club del nostro paese abbiamo voglia di fare un bel giro da nord a sud, anche se il momento non è dei migliori, come dico spesso ogni giorno nascono e crescono nuove band e questa è un’ottima cosa il problema però resta nel fatto che molti locali chiudono i battenti e gli spazi live di contro sono sempre meno.
Musica e internet: nemici giurati o possibili partner?
Sono convinto che Internet può essere un valido alleato del Music Business, del resto basti pensare al vostro e nostro lavoro e a quello che stiamo facendo in questo momento: anni fa per scrivere una mezza pagina di un’intervista si doveva stare al telefono mezza giornata. E poi grazie a questo media si ha l’opportunità di conoscere nuove band, di ascoltare e decidere quale disco acquistare. Per quanto riguarda il discorso dei dischi che non si comprano a favore del download illegale non sono molto concorde, anche perché il nostro ambiente è sinonimo di un certo conservatorismo: chi acquista musica vuole farlo con tanto di cover, lyrics, artwork in versione originale. Il calo delle vendite credo sia piuttosto accostabile alla miriade di band che ogni giorno viene fuori, chi compra dischi deve fare delle scelte, stare dietro a tutto è davvero difficile, anzi impensabile.
Quali sono le vostre aspettative sui ritorni economici del nuovo album?
Ormai dopo oltre vent’anni di musica e arrivati quasi tutti alla soglia dei primi quarant’anni nessuno di noi vive di illusioni, cerchiamo di vivere questo sogno chiamato Sadist nel migliore dei modi con la solita determinazione, costanza e professionalità, con l’intenzione di fare sempre del nostro meglio. Quello che a noi importa maggiormente è sapere che il disco sta ricevendo ottimi consensi sia nel nostro paese che soprattutto fuori, l’aspetto economico da parte nostra non viene mai affrontato, del resto noi siamo artisti ai soldi (semmai ce ne saranno) ci penseranno altri al posto nostro. Il Death Metal è forte passione, come dico sempre il soldo che paga di più è una bella parola di un fan, una recensione positiva, il nome della tua band tatuato sulla spalla di un ragazzo.
Ok, è arrivato il momento di salutarci, volete dire qualcosa ai lettori?
Intanto un grazie a tutto lo staff di Hardsounds per lo spazio concesso e una raccomandazione: continuate così, per noi che suoniamo e lavoriamo in questo settore persone come voi sono davvero importanti, tutti insieme dobbiamo portare avanti la nostra musica. Per i lettori invece l’appuntamento è in sede live, ci vediamo presto on stage e come sempre...
IN ALTO IL NOSTRO SALUTO!
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