NAPALM DEATH
L’uscita dell’ultima release dei Napalm Death, 'Throes of Joy in the Jaws of Defeatism', e il periodo di semilockdown cui siamo sottoposti è stata l’occasione propizia per fare due chiacchiere con un disponibilissimo Mark Greenaway con il quale non abbiamo parlato solo di musica. Ovviamente.
Qual è il segreto che riesce a far andare avanti una band estrema come la vostra dopo oltre 30 anni di attività, mantenendo aggressività, integrità, e riuscendo a riciclarvi costantemente senza scadere nello scontato? La risposta sta già nella tua domanda: i Napalm Death sono fondamentalmente una metal band, ma nel contempo ci siamo avvicinati a stili diversi all’interno di una interpretazione estrema della musica. Come band abbiamo un approccio diverso alla musica. Se i Napalm Death fossero stati solo una metal band non sarebbero durati così a lungo, ma la cosa più importante è che abbiamo cercato di mantenere l’entusiasmo e le idee. Abbiamo sempre pensato che potevamo produrre musica fantasiosa e allora abbiamo deciso di continuare.
Quanto sono influenti i Voivod ed i Killing Joke tanto da scrivere nell’ultimo album un brano che si ispira al songwriting di questi ultimi, cioè "Amoral"? Anche nell’Ep del febbraio scorso vi siete cimentati su altri territori con una cover dei Sonic Youth. Come mai proprio i Sonic Youth? Hai citato due band, ma ce ne sono altre con lo stesso approccio stilistico, ad esempio i Converge. Hanno un approccio divergente e un lavoro di chitarra non convenzionale che è importante per noi. Abbiamo fatto quindici dischi e fare sempre le stesse cose sarebbe come ingannare la gente che ci ascolta e sarebbe anche facile farlo, ma poco creativo. Ci sono band che lo fanno ma i Napalm Death hanno avuto il desiderio di cercare cose nuove. Qualunque cosa facciamo deve essere abrasiva ed estrema. Definirci solo metal band è inappropriato, è solo una parte della storia. Quanto ai Sonic Youth, si tratta di un’altra band che ha esercitato influenza su di noi, soprattutto il lavoro di chitarra. Prettamente a metà anni '90 i nostri dischi avevano qualcosa di loro, specie le linee di chitarra, molto strane. Questo è quello che fecero i Sonic Youth, tra i pionieri della musica rumorosa.
Perché dopo la morte di Jess Pintado non avete più reclutato un secondo chitarrista? Come band io, Mitch, Shane e Danny siamo insieme da 20 anni e più. L’idea di reclutare un elemento completamente nuovo in un’unità fissa come la nostra potrebbe essere qualcosa di problematico, per cui abbiamo deciso di rimanere così. Ma non abbiamo mai detto che non avremmo mai reclutato un nuovo chitarrista al massimo abbiamo detto che potevamo. Ma ora siamo dove siamo…
Come fa Shane Embury a stare dietro a tutte le band/progetti di cui fa parte e contestualmente a gestire la sua etichetta Extrinsic Recordings? Shane è musicista e produttore e ha la testa per star dietro a tutte queste cose diverse. Per quanto mi riguarda, personalmente mi sono concentrato sempre con tutte le mie forze sui Napalm Death. Ed è stato difficile. Un album per me non è così difficile da fare, in termini di testi e idee ma non riesco a concepire l’idea di stare dietro a tanti progetti. Per questo non mi vedi in altri side project come fa lui. Io e Shane siamo due persone diverse da questo punto di vista.
E’ la prima volta che passano cinque anni tra un disco ed il suo successivo, è da imputare agli impegni dei membri della band o ad una maggiore accortezza nella composizione e produzione? E’ stato un caso, non di proposito. Considerando gli impegni in tour, abbiamo cominciato nel settembre 2017 e l’album è uscito a settembre scorso. Cioè, si tratta di soli tre anni.
Il vostro monicker ha ancora un significato tenendo presente le attuali guerre in tutto il mondo? Proprio in tempi come questi il nome Napalm Death ha senso proprio perché è una band che possiamo considerare contraria alla guerra. Non è questione di epoca: sono sempre le stesse guerre di 100 anni fa. Uccidere le persone per sete di potere. Mandare a morte gente che non ha deciso di morire.
Che opinione hai dell’amministrazione Trump? Trump è un problema sotto diversi punti di vista: le sue affermazioni sui migranti, sulle donne hanno a che fare col populismo, razzismo, nazionalismo, protezionismo, quelli che considera più deboli di lui. Ma lui non è il solo leader di questo tipo nel mondo. Il linguaggio che usa riguardo le persone in condizioni disperate come i rifugiati, risulta, almeno a me, disumano e andrebbe combattuto. Demonizzazione degli esseri umani, che poi è un argomento che trattiamo nell’ultimo disco.
Negli ultimi dischi c'è un brano che è rappresentativo di ciò che sono i Napalm death oggi? No, perché ritengo che ogni disco sia un passo avanti. Il nuovo disco può essere considerato una prosecuzione nei cambiamenti stilistici presenti nel precedente disco ‘Apex Predator-Easy Meat’
Qual è la connessione tra politica e musica? In qualche modo il messaggio che trasmette la musica può influenzare la politica? Penso che i Napalm Death sia una band politica e apolitica nel contempo perché per come la vediamo noi, i politici, per quello che sono, per come vengono percepiti, se non provano a cambiare la situazione dello squilibrio in molte cose nel mondo, potrebbero non avere più un senso. Ecco perché ho detto che i Napalm Death sono anche una band apolitica perché la cosa più importante è l’umanità e il trattamento degli esseri umani. E’ un idea che va oltre la politica. La musica non deve necessariamente essere politica, essa rifiuta di essere una cosa sola; è tante cose insieme, può influenzare o essere influenzata in qualche modo, le possibilità sono infinite.
Quando lessi la prima recensione di ‘From Enslavement To Obliteration’ essa finiva più o meno così: ”se questa è la direzione nuova del metal estremo, torno volentieri a sentire i miei dischi dei Kiss e Led Zeppelin”. Questo fu il motivo per cui corsi a comprare il vostro disco. Infatti, questo è uno dei motivi per cui i Napalm Death sono la mia band preferita!! [ride, ndr]
Cosa ne pensi dell’uso distorto dei social network che creano analfabeti funzionali, tanto per citarne uno: i negazionisti del Covid. Tutti abbiamo diritto a una opinione, ma io non condivido quella dei negazionisti. Sui social network posso dire di avere una posizione neutrale, ognuno deve essere libero di esprimersi, anche se alcune opinioni possono essere persino insane. I social media possono essere una buona fonte di conoscenza e bisogna stare attenti alle censure. Talvolta dobbiamo convivere con cose disgustose, ma questo non significa che dobbiamo censurare.
Per chiudere l’intervista con un ricordo del passato, vuoi condividere qualche aneddoto del concerto al centro sociale Tien An Ment di Napoli durante il tour di “Harmony Corruption” del 1990? Ricordo quel concerto, se non sbaglio ci fu una specie di rissa fuori del locale...
Commenti