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MESMERIZE

I Mesmerize si stanno facendo spazio all'interno del panorama heavy italiano grazie ad un ottimo album, "Stainless", che ha suscitato interesse ed alimentato sorprese vista la grande qualità che il combo milanese è riuscito a conferire al disco. Segno sempre più lampante di come il nostro paese sia ormai in grado di competere con le uscite straniere, e di essere addirittura superiore rispetto a gran parte del prodotto medio che arriva dai vari continenti. Hardsounds li ha intervistati scoprendo la grande disponibilità e l'umiltà della band, motivata, cosciente delle proprie possibilità, e non incline al disfacimento solito che si incontra in altri casi parlando della scena nostrana. Ciao ragazzi, i complimenti non scontati e non per forza dovuti per il nuovo disco. A volte sembra una ovvietà iniziare una intervista in questo modo, ma quando sono meritati non c'è schema che tenga... Folco: Grazie mille, la cosa che più può ripagare i nostri sforzi è vedere che sono serviti a qualcosa, e che qualcuno apprezza ciò che abbiamo fatto. Da parte nostra ci mettiamo molta passione, anche perché se fosse per il denaro avremmo smesso già da tempo!! Bene. Mi pare che il vostro sforzo creativo sia stato ben accolto in Italia dalla maggior parte delle riviste di settore, sia cartacee, sia in rete. Come vanno le cose all'estero? "Stainless" ha molto più peso di tante produzioni straniere come ho già avuto modo di scrivere in sede di recensione. Mi fa piacere che tu lo pensi e spero che davvero sia così. Purtroppo se in Italia siamo sempre stati un po' esterofili, all'estero si sono sempre dimostrati (e ancor di più adesso che i prodotti italiani sono più competitivi) molto protettivi verso i propri artisti. Le uniche recensioni negative (non molte per fortuna) le abbiamo avute per lo più in Germania dove la profondità e l'obiettività della critica raggiungeva l'apice quando venivano citati Berlusconi e Mussolini (giuro!!!) ci mancavano "spachetti, mantolino" e saremmo tornati agli anni '70 di Fantozzi. "Stainless" è stato come un bisogno, una necessità comporlo? Cioè, vi stavate "componendo addosso" e siete corsi in studio a registrare, oppure tutto è nato in seguito al solito tempo che ci si prende per comporre un disco, già stabilito... Anzi direi che questa volta ci abbiamo messo molto più del solito, già noi abbiamo tempi di composizione abbastanza lunghi, apriamo e richiudiamo i brani mille volte, aggiungendo e tagliando. E solo quando siamo convinti al 100% passiamo alla registrazione. Questa volta poi abbiamo avuto modo, grazie allo studio di Andrea (Garavaglia), di poter lavorare in modo approfondito sugli arrangiamenti, potendo provare tutte quelle strade impossibili da percorrere prima per motivi di tempo e budget. Abbiamo potuto chiamare molti guests, abbiamo usato strumenti nuovi per le nostre abitudini (synth, strumenti etnici, filtri,...), abbiamo potuto creare intermezzi e cambi di atmosfera che, mi auguro, rendono molto vario il disco. Andrea: Le idee ed i riff di base vengono abbastanza di getto (a volte d'impeto) ma poi il "labor limae" è davvero lungo e complesso. Sinceramente sono un po' perplesso quando sento "disco composto e registrato in poche settimane". Ok l'immediatezza, ma un disco è una cosa seria! In fatto di ispirazione, quanto sono stati importanti il cosiddetto "folk metal"(per quanto siano inutili certe etichette), e band similari come Sklyclad? "Windchaser" è un grande brano a tal proposito... Andrea: Sicuramente molto importante soprattutto nella formazione musicale di Piero (Paravidino) che non a caso è autore di "Windchaser"; ma gli Skyclad non sono gli unici ad aver inserito strumenti non "elettrici". Vorrei citare anche i Mago de Oz, o per tornare sui classici i mitici Jethro Tull. Anche in passato (all'epoca di "Off The Beaten Path") avremmo voluto inserire il violino in alcuni passaggi ma per motivi di tempo e di studio avevamo dovuto rinunciare. La cosa più difficile, ma estremamente importante, è riuscire a dare un impronta propria ai pezzi cercando di non essere i cloni di nessuno senza perdere di vista l'obbiettivo che si ha in testa. Cioè, sano e potente Heavy Metal. Sempre in fatto di ispirazione, non mi pare un azzardo affermare di vedervi ancorati ad un certo metal ottantiano. Come vi ponete dinanzi a parte della "critica" specializzata che vorrebbe un definitivo passo in avanti in materia di songwriting e sonorità e liquida un disco "classico" in due antipatiche righe? Folco: Ti ringrazio per avermi dato questo spunto: una critica come la definisci tu è decisamente superficiale e affrettata e quindi non posso assolutamente condividerla. Purtroppo sono sempre di più i recensori improvvisati che sono costretti ad ascoltare le sempre maggiori uscite discografiche in pochissimo tempo, senza però avere l'orecchio allenato e maturo per poterlo fare. Mi dispiace ma non posso accettare che i mesi (tanti) impiegati per realizzare un disco siano magari vanificati da un ascolto distratto e troppo veloce. La figura del "critico musicale" (forse esagero con i termini) è molto delicata e dovrebbe essere presa con maggiore serietà. Tornando a noi, è innegabile che le nostre radici affondino nel metal anni '80. E' la musica con cui siamo cresciuti, la musica che ci ha fatto avvicinare al metal, è dentro di noi e non possiamo farci niente. Ogni generazione, anche noi siamo affetti da questo "male" che ci porta a credere che la musica con cui siamo cresciuti sia la migliore in assoluto. Fortunatamente, però, non abbiamo i paraocchi e continuiamo ad ascoltare ciò che il mercato propone; per questo abbiamo cercato di attualizzare il sound degli '80 introducendo degli elementi "estranei" o comunque nuovi per le nostre abitudini di concreto. Visto che ci siamo, quali sono le band che influenzano maggiormente i vostri lavori? Folco: Per quanto mi riguarda non ho una band a cui penso quando devo fare le lineee di voce o quando registro. Diciamo che i miei miti sono tanti(Eric Adams, Bruce Dickinson, Michael Kiske, Geoff Tate), e cerco di prendere un po' da tutti a seconda dell'atmosfera e dallo stile del brano. Andrea: In linea più generale posso aggiungere che non ci ispiriamo volutamente a nessuna band (compresi i grandi) proprio per cercare sviluppare una nostra identità musicale, un "Mesmerize-style"; certamente tutto quello che ascoltiamo e che ci ha formato negli anni in qualche modo "filtra" all'interno dei brani. Credo che sia anche per questo che i nostri pezzi sono sempre stati difficilmente catalogabili in un unico e ben definito "filone musicale". Il valore dei testi. Sono parole che fanno semplicemente da cornice alla parte strumentale, oppure hanno una identità propria? Metafore volute, o nascono come "fiction" perché appassionati di certa letteratura, o altro ancora? Folco: Ogni brano ha un'identità propria e cerchiamo sempre di scrivere testi che siano calati nel feeling del pezzo. Quando componiamo e arrangiamo il materiale per il CD ci troviamo ad avere brani brevi e veloci, altri più epici, altri più speed. I testi, che in genere vengono per ultimi, vengono adattati, quindi, alle diverse canzoni cercando di far tornare il tutto in un unico "discorso" narrativo. Anche con gli arrangiamenti finali cerchiamo sempre di chiudere il cerchio. Facciamo un esempio: "Princess Of The Wolves". Musica epica con ritmiche incalzanti e apertura melodica sul ritornello, per il testo ci siamo ispirati ad un film di animazione giapponese, "Princess Mononoke", in cui si narrano le gesta eroiche e le vicissitudini di un giovane guerriero e di una ragazza allevata da un dio-lupo. Per gli arrangiamenti abbiamo inserito degli strumenti tradizionali orientali e alcuni campioni presi direttamente dal film. Credo che un brano speed ed aggressivo che parla d'amore non sarebbe il massimo, ma forse è solo una mia idea! "Stainless" tradisce un nodo stilistico articolato sparso tra i brani che connota diverse sfumature sonore. Quanto è importante dare una variazione strutturale ad un brano? Folco: Sicuramente comporta un lavoro maggiore perché devi comporre più parti e fare si che si intreccino fra loro, certo quando il risultato è buono la soddisfazione è maggiore. Inoltre credo che un lavoro più articolato e complesso denoti maggiore maturità da parte del musicista. Certamente si rischia di perdere in immediatezza, e si rischia di dover ascoltare più volte certi brani per apprezzarli. Anche in questo senso credo che in futuro cercheremo di avere maggiore varietà, quasi tutti i brani di "Stainless" superano i 5 minuti, hanno numerosi cambi di atmosfera o di tempo. Forse abbiamo esagerato un po'. In futuro daremo spazio anche a brani più immediati e "kick ass". Gli stessi arrangiamenti, o sfumature, che se non avessero anche una produzione all'altezza come la vostra verrebbero relegati in secondo piano. Buona anche la produzione, davvero. Folco: Ma è giornata di complimenti!! Sentiamoci più spesso he,he,he,he! Per la produzione dobbiamo ringraziare innanzitutto Andrea che è riuscito a mettere in piedi uno studio con i fiocchi attrezzato a dovere, in cui finalmente non dovevamo stare con l'occhio attaccato all'orologio e abbiamo potuto dedicarci a moltissime sperimentazioni. In secondo luogo è stato fondamentale l'aiuto di Giovanni Spinotti(già fonico dei Labyrinth), che ha saputo darci il giusto sound senza alterare il nostro stile. Andrea: Come si accennava prima in un disco(ed i gruppi esteri hanno sempre avuto grande attenzione a questi problemi), sono di enorme importanza i suoni e gli arrangiamenti per riuscire a tradurre in modo comprensibile a tutti le idee che il gruppo ha in testa. Chiaramente ciò richiede un grande lavoro ed una buona preparazione. Immagino stiate già promuovendo il disco. Qualche appuntamento importante da segnalare ai nostri lettori?(sempre che ci siano di meno importanti a tal proposito). Andrea: Prima della pausa estiva ormai non abbiamo date live, ma spero di vedere parecchia gente il 13 agosto a Potenza per l'Agglutination Fest. Ci sarà da divertirsi!! Il tour vero e proprio comincerà in autunno; abbiamo alcuni contatti validi e faremo un po' di date in Italia scendendo anche al centro/sud ma anche spostandoci all'estero. A dire la verità è piuttosto difficile in questi anni muoversi con una band che propone pezzi propri a meno che non si abbia una grossa agenzia alle spalle. In ogni caso controllate sul nostro sito "www.mesmerize.it" e se siamo nei paraggi veniteci a trovare, non ve ne pentirete! In tema di promozione, perché gli appassionati dovrebbero comprare "Stainless"? Andrea: Perchè è un disco vario che non vi annoierà, è potente ma allo stesso tempo melodico, ricco di spunti originali ma di genuino Heavy Metal, perché è ben fatto sia come sound che come grafica, e perché se lo ascolterete con attenzione di sicuro non vi deluderà. E soprattutto, perché "Inossidabile"? Andrea: Per questo nuovo disco volevamo discostarci dalle ormai veramente abusate copertine fantasy anche per sottolineare i cambiamenti che sono avvenuti all'interno della band. Il titolo e la veste grafica ci sono venuti in mente pensando un po' alla nostra attitudine musicale che negli anni (che per la cronaca sono oltre 15!), si è sempre dimostrata dura e quasi cocciuta, mai piegata dalle mode o dalle imposizioni esterne anche nei momenti più difficili. Alla fine però abbiamo ottenuto risultati che molti anni fa non avremmo mai immaginato. Andando un attimo oltre, in conclusione, la qualità media delle band italiane si è alzata parecchio negli ultimi anni. Questo è direttamente proporzionale al numero in continua crescita di band che suonano metal, quindi più opportunità e più band capaci, oppure la scena nostrana sta assumendo i connotati veri e propri di "scena" senza l'ingombro onnipresente del metal oltre confine? Andrea: Sicuramente le band italiane sono cresciute moltissimo in questi anni soprattutto in termini di qualità. Purtroppo, il paragone scomodo con i gruppi esteri è sempre dietro l'angolo, anche per la nota esterofilia degli Italiani. Dobbiamo dire, ad onore del vero, che è innegabile il fatto che Inglesi, Americani e Tedeschi abbiano inventato molto di quello che oggi viene definito Heavy Metal in senso generale. E' però altrettanto vero che molti gruppi nostrani sono riusciti a portare una nuova forza espressiva ed elementi di novità melodica acquistando senza alcun dubbio ed a pieno titolo il diritto di stare alla pari dei grandi. Poi, il "music business" è un altro discorso. Come solito, questa la riservo a tutti, avete spazio libero per dire qualsiasi cosa, anche non riguardante la musica. Quelle che vi preme o vi sta al momento a cuore e che desiderate rendere pubblico. Andrea: Sostenete le band italiane, sostenete le band italiane, sostenete le band italiane!! So che è un momento difficile per tutti, che girano pochissimi soldi, ma è importante che il pubblico Metal rimanga attento e vigile e che continui a sostenere con la presenza ai concerti e con la passione i molti gruppi di casa nostra che spesso non hanno nulla da invidiare ai ben più blasonati e conosciuti "colleghi" esteri. Badate più al contenuto e meno alla "coreografia". Vale in ogni ambito. Alla lunga sarete più soddisfatti! Bene, è tempo di chiudere. Grazie per il tempo concesso. La disponibilità è sempre un atto di grande opportunità, sia per chi dà, sia per chi riceve. Stay "Stainless"!! Folco: Grazie a voi ed ai lettori tutti, è sempre un piacere potersi confrontare, soprattutto su passioni profonde come la musica! A presto, magari ad un concerto (ovviamente metal!), con una birra in mano! RUST WHEN YOU'RE DEAD!

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